«Dalle Alpi alla Sicilia, l’Italia accoglie sul proprio territorio 53 dei 1.073 siti Unesco (al primo posto su 167 stati) ed è fra i paesi più ricchi di siti storici, monumenti e opere d’arte, visitato da turisti provenienti da ogni parte del globo interessati a conoscere e apprezzare la nostra cultura millenaria.
La maggior parte di questo patrimonio è concentrata nei centri delle città e negli altri insediamenti storici che, a partire dal primo dopoguerra, sono stati progressivamente circondati dall’espansione urbana moderna. Si tratta di luoghi senza una chiara identità urbana, tutti simili gli uni agli altri, e caratterizzati da bassi livelli di qualità della vita, alienati e alienanti.
Il modello di sviluppo che ha permesso la crescita economica e la diffusione del benessere nel nostro paese dimostra tutti i propri limiti proprio nelle molte periferie, cresciute attorno ai gioielli che rendono unico il nostro paese. I dieci, lunghi anni dalla peggiore congiuntura economica mai affrontata dalla nostra nazione hanno ulteriormente peggiorato la situazione.Oggi l’Italia ha sicuramente bisogno di investire per valorizzare la propria capacità produttiva, per incrementare l’efficienza e delle infrastrutture e per migliorare la qualità dei servizi di base, come la sanità e l’istruzione. Questa volta, però, siamo consapevoli che gli investimenti da compiere non possono essere esclusivo appannaggio di quegli stessi centri che già costituiscono un fiore all’occhiello».
Promuovere la sostenibilità sociale
Per uscire al meglio dalla crisi economica dobbiamo anche trasformare le periferie – create quando la crisi non c’era – in luoghi degni di essere vissuti. Negli ultimi anni sono sempre più frequenti i progetti di riqualificazione urbana, mirati a consolidare e a migliorare le condizioni di vita degli abitanti, ad adeguare e potenziare i servizi e le infrastrutture, a rendere concreta quella sicurezza che è alla base delle relazioni umane.
Abbiamo oggi l’occasione di migliorare le nostre periferie, rinnovandole per renderle finalmente luoghi piacevoli da abitare, facendo così ancora più belle le nostre città. La sostenibilità sociale e ambientale di questi interventi dev’essere accompagnata dalla sostenibilità economica dei piani e dei progetti.
Iniziative come quella intrapresa da Cassa Depositi e Prestiti – che mette a disposizione prestiti temporanei per dare subito avvio ai progetti di riqualificazione urbana – sono la concreta testimonianza di come gli investimenti mirati al miglioramento delle condizioni di vita delle periferie siano strategici per ridare slancio all’intero sistema-paese.
Tutti potremo giovarci di questa rivitalizzazione urbana. Migliorare la qualità della vita degli strati più disagiati della popolazione significa anche incrementare le occasioni di lavoro, dare maggiore sicurezza a tutti i cittadini e favorire gli scambi e i commerci – che, da sempre, svolgono un ruolo propulsivo per lo sviluppo dell’economia e dei territori.