Passaggio generazionale

Figli in azienda, da inserire tra genitori e dipendenti

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Tre le direttrici su cui operare: il giovane per il raggiungimento degli obiettivi; il genitore per fare un passo indietro; i dipendenti per renderli consapevoli della delicatezza della situazione

Molte aziende italiane si trovano a dover affrontare il tema del passaggio generazionale. A volte si inseriscono figli già professionalizzati, che hanno avuto precedenti esperienze in altre organizzazioni e magari in altri settori merceologici. Questa situazione è un grande arricchimento per l’azienda, purché la persona sia in grado di ricalibrare la sua esperienza in funzione della nuova azienda, del nuovo settore merceologico e delle diverse metodologie che inevitabilmente ci sono da organizzazione ad organizzazione.

In altri casi si inseriscono figli senza esperienza alcuna, primo lavoro e magari con un ruolo apicale, dovendo convivere in azienda con il genitore, a livello gerarchico superiore, e con i colleghi, cioè i dipendenti dell’azienda, che qualche volta assumono atteggiamenti critici sia nei confronti dei genitori sia dei figli.
La distribuzione dei materiali edili è un settore merceologico composto da molte piccole e media imprese, spesso familiari, che si trovano ad affrontare situazioni simili.
Vale per tutti qualche buona indicazione, dedotta dall’esperienza professionale.
Il primo supporto va offerto al figlio, tanto più se è senza esperienza professionale.
In questo caso per il giovane è difficile perfino tradurre il linguaggio aziendale.

Comunicare per Motivare

Si dedica poco tempo a parlare direttamente con le persone all’interno delle nostre organizzazioni, spesso delegando parte della relazione a strumenti tecnologici – mail, whatsapp, ecc. – che danno il grande vantaggio di raggiungere tanti soggetti simultaneamente. Con quale efficacia? È vero che dare lo stesso messaggio a gruppi diversi in momenti diversi è più faticoso, ma in genere è molto più efficace, lasciando a tutti il tempo dell’assimilazione dei concetti e dell’opportunità di richiedere chiarimenti. E pensate a quale valore ha la comunicazione se dobbiamo anche motivare una persona a fare qualcosa, che a volte non è compreso e altre volte addirittura non condiviso.

Quante volte ci siamo trovati di fronte a persone a cui siamo certi di aver dato le corrette informazioni eppure non è stato fatto quello che ci aspettavamo?
A volte è il nostro interlocutore che non è in grado di capire il nostro linguaggio e quello business è un linguaggio per addetti ai lavori della gestione d’impresa.
Per persone non professionalizzate, tradurre la frase “L’obiettivo che la nostra azienda intende raggiungere quest’anno è …” in azioni della propria operatività per raggiungere il traguardo aziendale non è così immediato.

Il metodo va ufficializzato e non basta una mail

Qualsiasi cambiamento venga introdotto nell’organizzazione d’azienda è importante che sia comunicata a tutti, per fare in modo che il personale si possa allineare alle nuove direttrici. È vero che non è frequente vedere nei corridoi e negli spazi sociali, tipicamente la macchinetta del caffè, comunicazioni che aggiornino il personale sui cambiamenti. Gli stessi dipendenti raccontano di non essere messi a conoscenze delle novità, se non dal passaparola, che per definizione non è ufficiale e dunque lascia margine al dubbio.
La mail aiuta, ma è da tener presente che va usata come rafforzativo, meglio se dopo una riunione vis a vis in cui si è affrontata la questione, e non come strumento unico d’informazione.

In questo senso è importante far affiancare il giovane da un esperto che lo aiuti a comprendere correttamente i messaggi per tradurli in azioni coerenti con la strategia d’azienda.
Questo non basta e non è sufficiente se nel frattempo il genitore non riesce a lasciare spazio al figlio, magari invadendo continuamente il suo campo con obiezioni e dubbi. Non che questo non vada fatto: rimane sempre e comunque all’imprenditore il controllo sulle azioni e la scelta finale, ma va trovato un giusto equilibrio tra il controllo e la delega, che è insita nell’inserire una qualsiasi risorsa umana in azienda.
Infine vanno supportati anche i dipendenti che spesso assistono a scene imbarazzanti e che a volte sono disorientati dal vecchio e dal nuovo modo di pensare e di agire, messi in evidenza dalla compresenza di generazioni anagrafiche diverse.

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