Austerità, fiscalità e burocrazia sono i principali temi affrontati dal presidente del Collegio costruttori edili – Ance Torino Alessandro Cherio nel corso dell’assemblea dei soci. I bandi per le opere pubbliche ristagnano anche nei primi 6 mesi del 2014, gli occupati diminuiscono e le aziende edili torinesi non intendono investire né assumere. È questa la situazione in cui si trovano le oltre 300 imprese rappresentate dal Collegio. L’unico comparto a tenere è la riqualificazione delle abitazioni, che segnala una crescita dell’1,2% nell’ultimo anno.
«Vorremmo che quelli che per noi oggi sono solo “proclami” e propaganda politica, come i fondi per intervenire sul patrimonio scolastico per circa 20 milioni a livello provinciale o le opere di compensazione della Tav, diventino dei fatti concreti e cioè bandi a cui le nostre aziende possano partecipare. Solo così potremo dare un segnale alle imprese e cominciare a credere che l’economia sia davvero ripartita e la crisi superata. A ciò si aggiunge una vera e propria ossessione, quella per la riduzione della spesa pubblica, che strangola i comuni nel Patto di stabilità. Ai vincoli imposti dall’austerità, dalla pressione fiscale e dalla crisi del credito si affiancano quelli di una burocrazia insostenibile, che sono un ulteriore ostacolo alla crescita. La leva della semplificazione potrebbe già essere una buona notizia, è ancora tutta da sfruttare a beneficio della ripresa economica: è arrivato però il momento di usarla».
Alessandro Cherio, presidente del Collegio costruttori edili di Torino
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