Inarch. Per Bagnoli servono progetti e non idee

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Bagnoli Parco dello Sport (foto Inarch da fonte Invitalia.it)

“Oggi non è più tempo di produrre semplicemente idee per Bagnoli ma, nella consapevolezza della complessità del tema, bisogna lavorare tutti insieme per costruire una strategia efficace e sostenibile che riesca a riattivare un processo concreto e virtuoso di trasformazione dei luoghi che restituisca dopo tanti anni alla città un’area di eccezionale bellezza”.

Così in una nota stampa, Inarch, l’Istituto Nazionale di Architettura dichiara che “per l’estrema complessità dell’area, con le questioni legate alla bonifica dei suoli, un patrimonio eccezionale di archeologia industriale, il tema delicato della rimozione della colmata per la ridefinizione della linea di costa, la necessità di un quadro di sostenibilità finanziaria ma anche alcune realtà tuttora presenti nel tessuto sociale, lascia perplessi il ricorso allo strumento del Concorso di Idee anziché del Concorso di Progettazione, anche alla luce di precedenti sconfortanti come il Concorso Nazionale di idee per 51 scuole innovative, di qualche anno fa. Bagnoli è una delle aree dove, più che altrove in Italia, lo strumento del Concorso è stato ripetutamente utilizzato nel tempo con alterne vicende”.

“L’Istituto Nazionale di Architettura – continua la nota – considera estremamente positivo lo sforzo di riproporre in chiave organica e integrata la questione dell’area industriale di Bagnoli, che versa da decenni in condizioni di degrado e di abbandono, pur essendo un’area con un’elevata densità di progetti e proposte che si sono succeduti nei decenni scorsi, in seguito alla dismissione degli apparati produttivi preesistenti. Come nelle numerose aree dismesse del Paese, che ormai rappresentano un carattere precipuo della condizione urbana contemporanea, il tema della rigenerazione urbana trova in questi luoghi la sua più concreta applicazione.
L’Inarch considera altresì positiva la promozione di un libero confronto fra diverse ipotesi progettuali mirate alla rigenerazione dell’area, attraverso la scelta della procedura concorsuale che viene riconosciuta come l’unica possibile, perché aperta, trasparente e partecipata.  Tuttavia bisogna partire da una domanda chiara e competente e da un quadro urbanistico certo, definito e condiviso”.

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