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Il calo delle gare pubbliche non darà tregua al mercato nel 2013

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I livelli produttivi nel 2013 nonostante la lenta ripresa resteranno inferiori a quelli del 2005 (-11.6%).

In Lombardia si è rilevato un calo esponenziale del mercato delle gare pubbliche in un’area che era tra le più produttive del nostro Paese. I dati Cresme dimostrano un calo del -76% di gare pubbliche finanziate rispetto al 2002.

I dati pubblicati dal Cresme, Centro di ricerche economiche sociali di mercato per l’edilizia e il territorio, rilevano che in Lombardia, dove il mercato delle gare per opere pubbliche vale 3,5 miliardi, vi sia stato un crollo dei bandi pubblicati dal 2002 al 2012 portando il mercato a -76% nelle provincie di Milano, Lodi, Monza e Brianza.

I livelli produttivi nel 2013 nonostante la lenta ripresa resteranno inferiori a quelli del 2005 (-11.6%).
I dati sono stati esposti dall’istituto di ricerca dinnanzi ai rappresentanti di Assimpredil Ance della Lombardia. Dallo studio è emerso che nonostante il 2012 abbia avuto una crescita del 12,9% resta comunque negativo il mercato a causa del calo del 15% avuto per effetto del Patto di Stabilità.
È di conseguenza calata anche l’occupazione del 9,7% e le ore lavorate del 12% nonostante in Lombardia vi sia la spinta data dall’Expo e dalle infrastrutture stradali e ferroviarie in esecuzione: si tratta della Pedemontana, delle Brebemi, dell’ampliamento della metropolitana e della tangenziale milanese. Ciò nonostante le imprese lombarde del settore registrano un -9%, mentre i comuni di Milano, Lodi e Monza hanno bandito tra il 2002 e il 2012 1.268 gare riducendole poi a 307 (il -76%).

Al calo notevole delle gare va aggiunto anche una contrazione delle commesse pubbliche del 74,5% (dati del 2013 rispetto al 2002) oltre al calo del 62% delle gare dell’aziende speciali sempre riferito al 2002.
Vi è anche un notevole calo nell’edilizia abitativa e sanitaria che ha portato le gare da 759 a 623.
Per quanto riguarda i fondi destinati 3 anni fa dal Cipe (si tratta di 2 miliardi di euro) per la messa in sicurezza del territorio, risultano utilizzati meno del 10% e ciò causa il disappunto delle associazioni di imprenditori e costruttori.
Inoltre non minore è il danno causato dal mancato pagamento da parte delle pa: Assimpredil Ance chiede di poter sospendere i lavori nel caso vi sia il mancato pagamento del 10% dell’importo netto contrattuale da parte della stazione appaltante.
(G. F.)

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