Il ministro alle infrastrutture Matteo Salvini ospite dei costruttori di Assimpredil Ance ha ammesso i ritardi sulla tabella di marcia delle opere che riguardano le Olimpiadi Milano-Cortina 2026: «stiamo cercando di correre come matti: oggi è ‘giornata olimpica’, ora siamo qui e poi ho convocato la cabina regia al Pirellone. Porterò al tavolo della cabina di regia sulle Olimpiadi in Regione Lombardia il fatto che c’è un piano B a proposito dell’ipotesi che si spostino a Torino le gare di pattinaggio di velocità al posto dell’impianto trentino di Baselga di Piné. Si sta lavorando alla possibilità che il Piemonte entri nella Fondazione Milano Cortina. Stiamo facendo tutto il possibile perché almeno le infrastrutture strategiche finiscano in tempo utile per atleti e cittadini: conto che la maggioranza delle opere che c’è nel dossier finisca entro i termini. Abbiamo trovato alcune strutture connesse alle Olimpiadi per le quali i tempi di scadenza da contratto firmato con la ditta erano successivi al 2026, bizzarra come cosa: per un’infrastruttura stradale per le Olimpiadi 2026, data di consegna lavori 2027. Stiamo chiedendo alle imprese di anticipare, non di un mese, ma di un anno e mezzo la consegna dei lavori – conclude il ministro».


La presidente di Assimpredil Ance Regina De Albertis ha aperto i lavori del convegno sottolineando la questione cruciale per l’apertura dei cantieri, i prezzi delle materia prime: «Se vogliamo realizzare le opere necessarie bisogna andare in gara con prezzi adeguati e dare attuazione ai meccanismi revisionali in tempo, per evitare squilibri economici e sovraesposizioni da parte degli appaltatori. E non è più sostenibile un sistema che si regge su finanziamenti anticipati delle opere da parte degli esecutori perché, visti gli importi, si rischia il fallimento. I grandi eventi devono essere la leva per far crescere anche le filiere produttive che in Italia sono composte prevalentemente da PMi, che sono per oltre l’80 % nel settore delle costruzioni. Occorre prevedere nuove forme di coinvolgimento delle Pmi, perché senza questa componente della filiera i lavori non si faranno».
La De Albertis menziona anche il decreto endofwaste, affermando che occorre procedere a correggerne l’impostazione che ha di fatto ha bloccato gli investimenti per il trattamento e il recupero dei materiali riciclati. «In Valtellina come a Milano, gli impianti di recupero dei materiali derivanti dalle opere sono pieni e rischiamo il collasso. Bisogna dare concretezza agli obiettivi di sostenibilità, partendo dal rendere possibile l’economia circolare».