PlanRadar. Indagine sull’impatto del Controllo Qualità nel settore edile

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L’indagine condotta da PlanRadar ha evidenziato che il 77% delle imprese della filiera delle costruzioni giudica inadeguata la propria documentazione relativa alla gestione del controllo qualità

Controllo qualità (foto PlanRadar)

Il nuovo report “Indagine sull’impatto del Controllo Qualità nel settore edile” condotta da PlanRadar, piattaforma per la documentazione, la comunicazione e la reportistica digitale nei settori edilizio, immobiliare e di facility management, rivela significative inadeguatezze nella gestione della qualità.

L’indagine offre una panoramica completa sull’esecuzione degli standard qualitativi in Europa, Medio Oriente e Asia-Pacifico.

Lo studio ha raccolto le opinioni di oltre ottocento professionisti qualificati, provenienti da 13 paesi, che sono direttamente coinvolti o supervisionano il controllo qualità per l’intera filiera immobiliare, inclusi consulenti di progetto e costruzione, appaltatori, studi di architettura, sviluppatori e proprietari.

Indagine sull’impatto del Controllo Qualità nel settore edile (immagine Planradar)

Esito dell’indagine controllo qualità a livello globale

La ricerca indica che il 77% delle aziende a livello globale, appartenenti alla filiera del costruito, giudica inadeguata la propria documentazione relativa al controllo qualità, riscontrando notevoli variazioni tra progetti, cantieri e settori diversi.

Il dato si accentua in Italia, dove l’inadeguatezza supera l’80% (83%).

Oltre la metà degli intervistati italiani (54%) ritiene che un miglioramento in questo ambito sia una priorità strategica per rispondere alle richieste del mercato, ottimizzare i tempi, prevenire costose rilavorazioni dovute a errori e garantire l’adempimento degli obblighi di conformità.

Disomogeneità nell’esecuzione del controllo qualità

L’analisi dei dati di PlanRadar evidenzia come la disomogeneità nell’esecuzione del controllo qualità sia la principale causa di inefficienze nel settore edile.

Oltre la metà del campione (56%) identifica gli “standard diversi tra cantieri e lavorazioni” come il problema fondamentale, con il 55% che ammette di non seguire processi vincolanti.

Questa mancanza di uno standard comune ha ripercussioni dirette sui costi: le aziende prive di processi di controllo qualità definiti hanno una probabilità doppia di incorrere in costi elevati per rilavorazioni evitabili (43% contro 22%).

Al contrario, l’adozione sistematica di controlli qualità standardizzati genera un impatto positivo sui margini: le aziende che applicano procedure omogenee hanno il 28% di probabilità in più di registrare margini superiori al 3% (60% contro 47%).

Sono inoltre più propense a mantenere i costi di rilavorazione sotto la soglia del 5% del budget (56% contro 37%).

L’applicazione coerente di approvazioni, moduli e prove su ogni cantiere conferisce ai responsabili la capacità di prevenire che problematiche minori si traducano in ritardi operativi significativi.

Indagine sull’impatto del Controllo Qualità nel settore edile (immagine Planradar)

Ritardi operativi e rischi contrattuali

La gestione inefficace dei processi di qualità è direttamente correlata all’inadempienza delle scadenze: ben due aziende su tre (67%) collegano i fallimenti nell’adozione di processi di controllo al mancato rispetto dei deadline.

Quando i problemi di qualità sono quantificabili, sei aziende su dieci lamentano che aggiungono in media più di due settimane ai tempi di lavorazione, con quasi uno su quattro che segnala ritardi superiori al mese.

Le conseguenze della disomogeneità nell’esecuzione del qc vanno oltre le tempistiche, intaccando direttamente budget e rapporti contrattuali:

  • Rischi legali e di garanzia: le aziende senza standard uniformi hanno oltre il 50% di probabilità in più di affrontare rischi di garanzia (54% contro 35%) e il 23% in più di incorrere in contenziosi con i subappaltatori (43% contro 35%).
  • Costi Aggiuntivi: Il 76% delle aziende subisce costi aggiuntivi per straordinari e manodopera extra.
  • Relazioni Commerciali: Il 50% segnala rapporti tesi con i clienti e, in circa un terzo dei casi, rileva penalità contrattuali dirette.

Nonostante la maggior parte delle organizzazioni affermi di applicare standard qualitativi, la variabilità tra team e subappaltatori è ancora la norma, principalmente perché oltre la metà delle aziende non impone un approccio vincolante per i subappaltatori.

Il settore concorda quasi all’unanimità: il 78% ritiene che uno standard per i processi di controllo qualità più solido e omogeneo migliorerebbe i margini, configurandosi come una vera e propria strategia di profitto.

Sander van de Rijdt, Co-Fondatore e Ceo di PlanRadar (foto Planradar)

«La garanzia e il controllo della qualità in cantiere sono una priorità assoluta nel settore delle costruzioni. La sfida è riuscire a standardizzarne i processi. La nostra ricerca mostra che quando ogni cantiere e lavorazione segue regole diverse, la qualità ne risente e i costi diventano imprevedibili. La strada da seguire è chiara: standard uniformi e applicabili orizzontalmente che creino visibilità, riducano le controversie e proteggano i margini» Sander van de Rijdt, Co-Fondatore e Ceo di PlanRadar

Esito dell’indagine controllo qualità in Italia

Il panorama italiano, pur presentando una situazione leggermente migliore rispetto alla media globale sulla percezione di incoerenza, rivela comunque significative criticità nell’adozione di processi rigorosi.

Solo il 4% degli intervistati italiani dichiara modalità di gestione del qc totalmente incoerenti, contro la media internazionale del 12%.

Tuttavia, la percentuale di coloro che hanno adottato processi rigidi e trasparenti, trasversali tra team e subappaltatori, rimane troppo bassa (17%), inferiore anche al dato medio globale (23%).

Questa carenza strutturale, ritenuta causa di una minor profittabilità da quasi l’80% del campione, genera in Italia specifiche problematiche legate ai tempi e ai ritardi, riportate dal 79% degli intervistati.

Questo dato è particolarmente significativo, superando del 12% la media globale.

Nonostante le sfide, quasi la metà del campione riconosce che la necessità di un cambiamento è guidata dalla spinta di un mercato che richiede standard qualitativi sempre più elevati. Il 79% degli intervistati si dichiara pronto ad affrontare questa sfida.

Le piattaforme digitali rappresentano il futuro

In questo contesto, le piattaforme digitali dedicate all’edilizia emergono come la leva più efficace per garantire coerenza e tracciabilità nei processi.

Centralizzando dati, verifiche e approvazioni in un unico ambiente condiviso, queste soluzioni permettono alle imprese di applicare regole omogenee e fornire indicazioni strutturate e verificabili ai subappaltatori, mantenendosi all’altezza di un mercato esigente e garantendo la profittabilità aziendale.

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