Gruppo Pml. Sistemi impermeabilizzanti liquidi: l’evoluzione della specie

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Antonio Miglietta (foto Gruppo Pml)

L’impiego dei sistemi impermeabilizzanti liquidi rappresenta oggi una scelta progettuale di grande valore, capace di offrire vantaggi tecnici e operativi significativi. Tra questi, la possibilità di realizzare soluzioni completamente aderenti ai supporti, compatibili con materiali di diversa natura, e in grado di garantire continuità senza giunzioni o sovrapposizioni. Il tutto, senza l’utilizzo della fiamma e con la massima efficacia anche nei punti più critici o difficili da raggiungere.

Per approfondire le potenzialità di questa tecnologia, abbiamo incontrato Antonio Miglietta, Coordinatore del Comitato Tecnico del Gruppo Pml.

Negli ultimi anni il settore delle membrane impermeabilizzanti liquide ha conosciuto un’evoluzione significativa, con un costante miglioramento delle prestazioni e della qualità dei prodotti. Si tratta di una tecnologia moderna, affidabile e versatile, che tuttavia necessita ancora di una maggiore diffusione culturale e tecnica per superare alcune resistenze legate alla scarsa conoscenza del prodotto.
Proprio con l’obiettivo di promuovere la corretta informazione e formazione del mercato, è nato il Gruppo Pml – Produttori Membrane Liquide, che riunisce aziende italiane e internazionali attive da anni nel settore. Un vero gruppo di lavoro, all’interno del quale opera un Comitato Tecnico, oggi coordinato da Antonio Miglietta e Leonardo Castelvecchio.
Abbiamo chiesto ad Antonio Miglietta di aiutarci a comprendere più nel dettaglio le caratteristiche, i vantaggi e le modalità d’impiego dei sistemi impermeabilizzanti liquidi.

Che cos’è un sistema impermeabilizzante liquido?

Si tratta di materiali impermeabilizzanti mono o multicomponenti che vengono applicati in uno o più strati uniformi mediante l’utilizzo di rullo, pennello, spatole o sistemi a spruzzo. Una volta posate in opera le quantità necessarie per ottenere lo spessore minimo richiesto, il materiale sviluppa, tramite reazioni di polimerizzazione, evaporazione o reticolazione, una membrana impermeabile continua, priva di giunti, con i requisiti idonei a soddisfare le azioni di progetto e di esecuzione di un’opera in copertura.

(foto Gruppo Pml)

Quali sono le principali componenti/accessori tipiche di sistemi impermeabilizzanti liquidi?

Il sistema impermeabilizzante è costituito dal prodotto impermeabilizzante applicato liquido, unitamente a elementi accessori che possono essere impiegati, quali primer (o promotore di adesione), strato di controllo della diffusione del vapore, armatura di rinforzo, accessori del sistema per realizzazione di dettagli, il top coat, ovvero lo strato protettivo finale che ha la finalità di migliorare la resistenza, la durata e anche l’aspetto estetico della superficie.

Quali sono i vantaggi dei sistemi impermeabilizzanti liquidi rispetto ai sistemi impermeabili preformati?

Ogni tipologia di sistema impermeabilizzante, preformato o liquido, ha caratteristiche specifiche che il progettista o l’applicatore possono opportunamente valutare in base alle condizioni progettuali. La scelta di intervenire nelle opere di impermeabilizzazione mediante prodotti liquidi comporta diversi vantaggi. Per esempio, da un punto di vista progettuale la possibilità di realizzare sistemi impermeabili in totale adesione e su elementi di diversa natura, soprattutto su supporti caratterizzati da geometrie complesse e con la possibilità di intervenire su un rifacimento senza rimozione e smaltimento della stratigrafia esistente, mitigando costi e impatto ambientale. Dal punto di vista dell’applicazione, la possibilità di realizzare impermeabilizzazioni continue, senza giunzioni e sovrapposizioni, con nessuna necessità di utilizzo di fiamme libere, e un maggior controllo e velocità nella realizzazione di dettagli impermeabili, dei punti critici e di punti di difficile accesso. Da non trascurare anche i vantaggi per la manutenzione durante la vita utile della copertura: Maggiore facilità nell’identificazione di punti di perdita e possibilità di intervenire sulla specifica zona in modo facile e veloce.

Quindi è possibile intervenire e riqualificare vecchie coperture evitando costi di rimozione e rifacimento?

Una delle più frequenti destinazioni d’uso dei sistemi impermeabilizzanti liquidi è senza dubbio il recupero e il rinnovo delle vecchie membrane bituminose prefabbricate in rotoli. Anziché rimuoverle e smaltirle, grazie all’ausilio delle proprietà multifunzionali dei suddetti sistemi, è possibile rinnovarne le proprietà impermeabilizzanti allungando in tal modo il ciclo di vita dei preesistenti rotoli bituminosi. Da un punto di vista economico, recuperare e rinnovare un manto impermeabilizzante preesistente, evitandone lo smaltimento, assicura di certo tangibili risparmi per i costi di rimozione e conferimento a discarica. Un reale vantaggio anche dal punto di vista ambientale. Resta, ovviamente, un punto cardine per la riuscita dell’intervento, la possibilità di preparare ed eventualmente ripristinare le criticità del manto bituminoso preformato esistente, prima della posa del sistema liquido in aderenza.

Quali sono i tempi di essiccazione e i periodi di attesa tra i vari strati di applicazione di un sistema impermeabilizzante liquido?

Data l’eterogeneità delle diverse tecnologie dei sistemi impermeabilizzanti liquidi presenti sul mercato, non è possibile dare una risposta uguale per tutti i sistemi. Il fattore comune che lega comunque tutti i prodotti liquidi è la loro versatilità. Per le tempistiche e tutti gli altri aspetti di posa, è sempre raccomandato consultare la scheda tecnica del produttore.

È sempre obbligatorio l’utilizzo di armature di rinforzo con i prodotti impermeabilizzanti liquidi?

No. La ricerca e lo sviluppo in ambito chimico delle aziende produttrici del mondo dei sistemi impermeabilizzanti liquidi è sempre in continua evoluzione. Esistono, infatti, prodotti ove non occorre l’obbligo dei sistemi di rinforzo, come ad esempio prodotti fibrorinforzati, poiché il materiale/sistema possiede già i requisiti tecnici necessari a soddisfare le richieste progettuali in termini di resistenze meccaniche, fisiche, chimiche, eccetera. È chiaro che questo sarà sempre in funzione delle condizioni al contorno progettuali dell’opera, ove il progettista potrà eventualmente valutare l’ausilio di sistemi di armature da inserire nella stratigrafia.

Le normative specifiche per l’utilizzo di prodotti impermeabilizzanti liquidi
Nel mondo dei prodotti impermeabilizzanti liquidi vi sono diverse norme, ognuna con delle specifiche rivolte alle diverse tematiche della protezione delle opere: dalle coperture a vista alle opere interrate, dai terrazzi e balconi ai tetti giardino, e così via. La norma di riferimento in Italia che definisce requisiti e prestazioni per i prodotti impermeabilizzanti applicati liquidi e ne specifica le destinazioni d’uso è la Uni 11928-1. Secondo la norma, i prodotti impermeabilizzanti applicati liquidi, includendo un ampio spettro di formulazioni a base di resine reattive, dispersioni polimeriche o malte cementizie modificate, devono soddisfare requisiti prestazionali (fra cui durabilità, adesione, elasticità e classe di crack‑bridging) differenziati in base alla destinazione d’uso e alla vita utile prevista del sistema impermeabile. A livello europeo, esiste la Ead 030350-00-0402, precedentemente Etag 005, che fornisce le linee guida per la marcatura Ce, in conformità al regolamento Ue 2024/3110 (ex regolamento Ue 305/11) dei sistemi impermeabilizzanti liquidi per coperture. La Valutazione Tecnica Europea (Eta) è lo strumento che permette di conoscere i diversi parametri ed indicatori fondamentali della soluzione progettuale più idonea, come ad esempio la destinazione d’uso della copertura, pendenza della copertura, contesto climatico, eccetera.

Quali sono le prestazioni in termini di resistenza meccanica di un sistema impermeabilizzante liquido? Questi sistemi permettono di avere supporti impermeabilizzati e praticabili?

Facendo nuovamente riferimento al quadro normativo italiano e comunitario, le risposte alla domanda in questione sono esattamente riportate nei 2 principali testi tecnici afferenti al mondo dei sistemi impermeabilizzanti liquidi: la Uni 11981-1 e la Ead 030350-00-0402, precedentemente Etag 005. Le norme, infatti, riportano una serie di requisiti meccanici, fisici, chimici, resistenza al fuoco, e così via, da soddisfare o meno in funzione del grado di accessibilità della copertura: dalla copertura praticabile solo per ordinaria manutenzione, sino alle coperture cosiddette speciali, come le coperture Green Roof. Nello specifico, un sistema impermeabilizzante che sia anche praticabile dovrà sicuramente rispondere ai requisiti di idoneità di resistenza al punzonamento, usura, urto, nonché alla capacità di crack bridging richiesti, presenti nei rispettivi prospetti delle suddette norme. Il crack-bridging è la capacità di  una membrana impermeabile di resistere, senza rompersi, alla dilatazione di una fessura del sottofondo su cui è ancorata.

Quali sono le caratteristiche in termini di sostenibilità ambientale dei sistemi impermeabilizzanti liquidi?

Nel settore delle costruzioni, la sostenibilità ambientale è diventata un driver tecnico, normativo e competitivo, elemento chiave anche per i sistemi impermeabilizzanti liquidi, sempre più utilizzati per interventi su coperture, terrazzi, strutture nuove o in fase di riqualificazione. È fondamentale quindi anche valutare eventuali confronti degli impatti ambientali tra il rifacimento e quindi la rimozione delle membrane impermeabilizzanti esistenti o la riqualificazione in loco delle stesse, mediante l’utilizzo di prodotti impermeabilizzanti liquidi. Vi sono, infatti, metodologie standardizzate per misurare e quantificare gli impatti ambientali e sulla salute umana generati da un prodotto, processo o servizio lungo tutto il suo ciclo di vita, dalla “culla” alla “tomba” — cioè dall’estrazione delle materie prime alla produzione, uso, manutenzione e smaltimento finale.

È possibile incollare direttamente la pavimentazione su un prodotto impermeabilizzante liquido per la realizzazione di terrazzi e balconi?

Terrazzi e balconi sono tipicamente le componenti di un edificio maggiormente esposte ai fenomeni meteorologici, considerando in aggiunta lo stress fisico/meccanico dovuto alla loro destinazione di utilizzo. La natura chimica dei prodotti impermeabilizzanti liquidi consente di proteggere i massetti delle pendenze e al contempo di essere compatibile con gli adesivi utilizzati per la posa di pavimentazioni ceramiche. La norma EN14891:2017 definisce i requisiti minimi che un prodotto impermeabilizzante liquido deve avere, al fine di poter essere direttamente posato al di sotto della pavimentazione di un terrazzo e di balcone.

Quali sono le prestazioni termiche di un sistema impermeabilizzante liquido?

I tetti scuri o caratterizzati da materiali a bassa emissività hanno la tendenza ad assorbire eccesivo irraggiamento solare, causando effetti nocivi sia per l’ambiente che per la salute dell’uomo. Infatti, tali fenomeni producono un eccessivo aumento della temperatura all’interno degli edifici, un maggior uso dei condizionatori e, di conseguenza, una maggiore produzione e immissione di CO2 in atmosfera. Tutto ciò si traduce in un incremento della temperatura percepita nelle aree urbane, che prende il nome di “Effetto isola di calore”. I sistemi impermeabilizzanti liquidi ad alta riflettanza ed emissività solare (denominati “Cool Roof”) sono sempre più protagonisti nella progettazione e riqualificazione delle coperture, trasformandole in tetti freddi ad alta protezione dal calore. Questi materiali consentono sia la realizzazione di nuovi manti impermeabilizzanti sia, soprattutto, il ripristino funzionale ed energetico di quelli esistenti.

(foto Gruppo Pml)

I sistemi impermeabilizzanti liquidi possono essere applicati su superfici umide o è necessario che siano completamente asciutte?

Tutte le tipologie di supporti sulla quale si posano i prodotti impermeabilizzanti liquidi devono essere sempre idonee ed eventualmente ripristinate prima della posa stessa del manto impermeabile. Tale assioma vale ovviamente per ogni tipologia di sistema impermeabile, che sia preformato o liquido. Trattando l’argomento umidità dei supporti, con la scelta di utilizzare prodotti e formulati liquidi, non vi è mai una soluzione unica e specifica alla problematica, bensì vi sono diverse soluzioni da poter scegliere, tipicamente in linea con le diverse formulazioni presenti sul mercato: prodotti aventi alta permeabilità al vapore acqueo, prodotti ibridi igro-innescati, formulati epossidici o epossi-cemento utilizzati come “freno” alla controspinta, sono solo alcune tra le diverse soluzioni che si possono scegliere per poter intervenire anche in tali contesti.

I sistemi impermeabilizzanti liquidi necessitano di trattamenti aggiuntivi per migliorare la loro resistenza ai raggi Uv o alla luce solare diretta?

Anche in questo caso viene in aiuto il quadro normativo di riferimento: sia la Uni 11928-1 che la Ead 030350-00-0402 impongono l’obbligo di sottoporre i prodotti a test di invecchiamento ai raggi Uv, al fine di poter indicare l’idoneità alla durabilità del manto di copertura. Il superamento dei requisiti richiesti può avvenire mediante l’utilizzo di prodotti impermeabilizzanti direttamente esposti alle radiazioni, oppure mediante l’utilizzo di finiture speciali a protezione del manto impermeabilizzante.

Esistono correlazioni tra la sicurezza antincendio delle coperture e i prodotti impermeabilizzanti liquidi?

ll comportamento al fuoco delle coperture riveste un ruolo cruciale nella progettazione e costruzione degli edifici, in particolare quando sono presenti pannelli fotovoltaici. In caso di coperture prive di prestazione nei confronti di un incendio esterno, i sistemi impermeabilizzanti liquidi possono garantire l’ottenimento della Prestazione Broof in conformità alla En 13501-5. Questo aspetto diventa sicuramente un punto fondamentale per l’installazione degli impianti Fv, ove spesso è richiesta la prestazione Broof al fine di poter gestire la valutazione del rischio, soprattutto quando si opera su coperture esistenti.

I sistemi impermeabilizzanti liquidi presentano rischi per la salute durante l’applicazione, e se sì, come prevenirli?

È doveroso, e inoltre utile, consultare sempre una scheda dati di sicurezza, Sds, per conoscere i rischi per la salute e per l’ambiente di un prodotto. Anche per quanto riguarda l’utilizzo dei prodotti impermeabilizzanti liquidi, la conoscenza di queste informazioni porta vantaggi non solo in termine di gestione del cantiere, ma anche utili per la progettazione: l’utilizzo di prodotti privi di rischio come l’infiammabilità, ad esempio, possono essere preferiti in contesti indoor o laddove inneschi accidentali possono costituire un ostacolo alla realizzazione della impermeabilizzazione. Allo stesso modo, prodotti a rapidissima essiccazione, come ad esempio i prodotti a base solvente, possono essere utilizzati in contesti in cui i fattori ambientali rigidi possono creare difficoltà di applicazione.

I sistemi impermeabilizzanti liquidi possono resistere a fenomeni meteorici estremi come vento e grandine?

I sistemi impermeabilizzanti liquidi per loro natura sono concepiti per poter essere posati in totale adesione al supporto, mantenendo un comportamento di tipo elastico in esercizio. Fenomeni meteorici come vento e grandine possono essere “previsti” grazie ai requisiti ottenuti da specifiche tecniche: la “laminazione vento”, presente nelle Ead 030350-00-0402, si riferisce alla capacità di un sistema di impermeabilizzazione di resistere alle sollecitazioni causate dal vento, in particolare alla pressione e alla depressione esercitate sulla superficie della copertura. Per quanto concerne la grandine, è possibile quantificare la capacità di resistere all’impatto del manto impermeabilizzante in funzione della scala Torro presa come riferimento in accordo alla En 13583.

Il Gruppo Pml - Produttori di membrane liquide

Il Gruppo Pml nasce dall’esigenza di andare a favorire la regolamentazione del mercato dal punto di vista delle norme. L’istituzione del Gruppo Pml (Produttori di membrane liquide), costantemente in contatto con l’Ente italiano di normazione (Uni) e la pubblicazione della Norma Uni 11928 a protezione della qualità dei sistemi impermeabilizzanti liquidi, cui il Gruppo ha attivamente collaborato, rappresenta una svolta strategica per il settore delle impermeabilizzazioni liquide.
La mission del Gruppo è quella di promuovere una cultura tecnica consapevole sull’utilizzo dei prodotti liquidi impermeabilizzanti, fornendo supporto tecnico, formazione qualificata ai professionisti del settore. L’obiettivo è di essere riconosciuti come il riferimento tecnico-culturale per i prodotti liquidi impermeabilizzanti, contribuendo a migliorare la qualità della progettazione, all’applicazione e della distribuzione di questi sistemi in Italia.
Il Gruppo Pml, che opera all’interno di Siteb, nella Categoria D dedicata ai produttori di sistemi impermeabilizzanti, è composto dalle aziende Casali, Ha Italia, Icobit, Kerakoll, Soprema, Torggler, Triflex, Volteco, WestWood e Winkler.

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