Legge 132/2025: Intelligenza Artificiale nelle professioni ed obbligo di trasparenza

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Architect working in blueprints whit innovative technology design. Engineer works at home designing architecture plans with futuristic technology in screen and holograms. Generative Ai

La nuova legge 135 del 23 settembre 2025 in materia di Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale, entrata in vigore il 10 ottobre scorso, impone, di fatto, un vero e proprio cambio di paradigma relativo all’applicazione dell’IA nelle professioni intellettuali, come architetti ed ingegneri. Vediamo da vicino cosa comporta questa nuova normativa.

Intelligenza artificiale come Strumento e non come Sostituto

Leggendo il testo della normativa, appare chiaro uno dei principi cardine su cui il testo normativo è stato concepito: l’uso dei sistemi di Intelligenza Artificiale nelle professioni intellettuali è consentito esclusivamente per attività strumentali e di supporto alla prestazione professionale.

La legge prevede, in modo chiaro, come il lavoro del professionista debba rimanere centrale e prevalente. In questo senso, l’IA può rappresentare un utile e valido strumento di ricerca, analisi dati complessi o nella stesura di bozze, ma non può e non deve sostituire il giudizio, la decisione finale e, soprattutto, la responsabilità del professionista.

Così concepita, quindi, l’IA deve rappresentare uno strumento di Ausilio tecnologico, un acceleratore in grado di rendere maggiormente efficiente il lavoro del professionista, la cui operato, comunque, deve rimanere preponderante.

Obblighi di trasparenza verso il cliente

La nuova legge 135 del 2025 impone anche una serie di obblighi nei confronti di quei professionisti che decidono di servirsi di strumenti di IA.

In particolare, il professionista ha l’obbligo di comunicare al cliente l’eventuale utilizzo di strumenti di IA. Tale comunicazione deve avvenire con un linguaggio semplice, chiaro e soprattutto esaustivo. La legge vieta l’uso di note a piè di pagina, scritte a caratteri microscopici, in linguaggio incomprensibile. No, l’informativa dovrà essere assolutamente chiara.

La trasparenza serve a rafforzare la fiducia, permettendo al cliente di sapere se e come la tecnologia abbia supportato il processo decisionale, e confermando che la responsabilità finale (civile e deontologica) ricade sempre sul professionista.

Impatto e conseguenze sulle professioni tecniche

Vediamo adesso quali sono le conseguenze per le professioni tecniche.

Per ingegneri, architetti, geometri ed altre professioni tecniche, l’impatto sarà certamente importante, e richiede un riadeguamento veloce.

In particolare, sarà necessario:

  1. Revisione dei contratti: Sarà necessario integrare le lettere d’incarico e i contratti con apposite clausole di informativa sull’uso dell’IA (es. nella modellazione 3D, nell’analisi strutturale, nella redazione di capitolati, ecc.).
  2.  Formazione e competenze: Diventa cruciale per i professionisti acquisire una cultura critica e consapevole dell’IA, non solo per usarla in modo efficace, ma anche per spiegare al cliente la logica di funzionamento e i limiti degli strumenti impiegati (riducendo l’effetto “scatola nera”).
  3. Responsabilità Invariata: La norma sottolinea che l’uso dell’IA non è una delega di responsabilità. La verifica e la validazione finale del risultato generato dall’algoritmo spettano in toto al professionista.

Alcuni elementi di assoluta importanza da considerare sono, comunque, il fatto che La Legge 132/2025 è una legge delega in molte sue parti, che anticipa e prepara il terreno per l’applicazione del Regolamento Ue sull’IA (AI Act). Tuttavia, l’Art. 13 sull’obbligo di trasparenza è considerato a effetto immediato per tutelare il rapporto fiduciario.

Con la legge delega il Governo mira a introdurre, entro 12 mesi, nuove fattispecie di reato e sanzioni per l’uso illecito o pregiudizievole dell’IA, creando un quadro di responsabilità contrattuale e penale più definito.

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