Fondazione Geometri Italiani

Case Green, l’Italia accelera: superato il 50% del target europeo per il 2030

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Lo studio della Fondazione Geometri Italiani rivela il potenziale economico, ambientale e sociale della transizione edilizia. Con 84,8 miliardi di investimenti, il Paese può generare 1,3 milioni di posti di lavoro e ridurre di 4,68 milioni di tonnellate le emissioni di CO₂

L’Italia ha già superato la metà del percorso verso gli obiettivi previsti dalla Direttiva Case Green dell’Unione Europea per il 2030. Una notizia incoraggiante, supportata da numeri concreti, arriva dal primo studio quantitativo nazionale sul tema, realizzato dal Centro Studi della Fondazione Geometri Italiani in collaborazione con il Centro Studi Sintesi (Cgia di Mestre) e la società di analisi Smart Land. Il documento, intitolato “La via italiana alla Direttiva Case Green”, misura per la prima volta con rigore scientifico gli impatti potenziali, i costi e le opportunità della trasformazione energetica del patrimonio edilizio residenziale italiano.

Il quadro che emerge è chiaro: tra il 2020 e il 2024, grazie principalmente agli incentivi fiscali come il Superbonus 110% e altre misure di detrazione, l’Italia ha già ottenuto una riduzione dei consumi energetici pari al 9,1% rispetto al 16% fissato dall’Europa come obiettivo minimo per il 2030. Manca quindi un ulteriore 6,9% per completare la missione. Una distanza colmabile, soprattutto se si considerano le condizioni attuali e il potenziale di crescita del comparto edilizio.

«Questi dati dimostrano che la sfida della transizione energetica nel settore edilizio non è affatto impossibile per il nostro Paese. La versione finale della Direttiva, con criteri più realistici e senza obblighi diretti per i proprietari, consente di affrontare questa trasformazione in modo pragmatico. È il momento di mettere in campo strumenti concreti, sostenibili e accessibili a tutti» hanno dichiarato Paolo Biscaro, presidente del Consiglio Nazionale dei Geometri, e Diego Buono, presidente di Cassa Geometri.

Un volano per l’economia: investimenti, occupazione e crescita

Secondo lo studio, per completare la transizione entro il 2030 saranno necessari investimenti pari a 84,8 miliardi di euro – poco più di 14 miliardi l’anno – destinati alla riqualificazione energetica di circa 3 milioni di abitazioni. Il costo medio stimato per ciascun intervento si attesta attorno ai 28.000 euro.

Oltre al beneficio ambientale, l’impatto economico atteso è di grande portata. Gli investimenti genereranno un effetto moltiplicatore pari a 280 miliardi di euro complessivi. Di questi, circa 133,7 miliardi saranno riconducibili direttamente al settore delle costruzioni, 44,7 miliardi deriveranno da attività connesse (come produzione di materiali, impiantistica, logistica), mentre 101,7 miliardi rappresentano l’impatto indotto su tutta la filiera economica. Il valore aggiunto prodotto nel sistema economico ammonterà a oltre 102 miliardi di euro, con una media di 17 miliardi l’anno.

Ma forse il dato più rilevante è quello occupazionale: si prevede l’attivazione di circa 1,3 milioni di unità di lavoro lungo tutto l’arco temporale, con una media annuale di 219.000 posti. Di questi, oltre 800.000 saranno impiegati direttamente nei cantieri e negli interventi di ristrutturazione, mentre circa 480.000 posti nasceranno nei settori collegati, dalla progettazione all’ingegneria, dal trasporto all’industria manifatturiera. Un’opportunità concreta per il rilancio dell’occupazione in Italia, con ricadute positive sia al Nord sia nelle aree interne e meridionali.

Il patrimonio edilizio italiano: inefficiente, datato e in difficoltà

Lo studio fotografa con precisione lo stato attuale del patrimonio edilizio residenziale. Su un totale di circa 14,8 milioni di edifici, oltre la metà – pari a 18,5 milioni di abitazioni – si colloca ancora nelle classi energetiche più basse (F o G), e di queste ben 13,5 milioni risultano stabilmente occupate. Il dato è ancor più allarmante se si considera che il 68% delle abitazioni utilizza ancora combustibili fossili per il riscaldamento.

Il quadro sociale è altrettanto critico: il 9% delle famiglie italiane vive in condizioni di povertà energetica, il livello più alto registrato negli ultimi dieci anni. A questo si aggiunge il fatto che quasi il 68% delle abitazioni è stato costruito prima del 1980, spesso senza alcun criterio di efficienza termica. Una quota rilevante di famiglie – il 17,9% – sostiene una spesa energetica molto elevata rispetto al reddito disponibile; quasi una su dieci non riesce a riscaldare adeguatamente l’abitazione durante l’inverno, e il 17% vive in condizioni di insalubrità. Un italiano su cinque è oggi a rischio povertà, e la casa rappresenta una delle principali fonti di disagio.

Un beneficio ambientale misurabile: -4,68 milioni di tonnellate di CO₂ all’anno

L’efficienza energetica non è solo una questione economica e sociale, ma anche – e soprattutto – ambientale. Gli interventi previsti nel periodo 2025-2030 permetteranno di risparmiare circa 4,68 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno. Si tratta di una riduzione del 9% rispetto alle emissioni generate dal comparto residenziale nel 2020. Oggi, il patrimonio edilizio è responsabile del 42% dei consumi finali di energia in Italia e contribuisce per il 18,8% alle emissioni nazionali di gas serra.

La roadmap oltre il 2030: gli obiettivi al 2035 e 2050

Lo studio guarda anche oltre il traguardo del 2030, delineando due fasi successive della strategia nazionale. Entro il 2035 saranno necessari ulteriori 61 miliardi di euro per riqualificare altri 2,18 milioni di abitazioni, con un risparmio aggiuntivo stimato in 3,37 milioni di tonnellate di CO₂ annue.

Per il 2050, anno in cui l’Europa punta alla completa decarbonizzazione, sono previsti due scenari possibili: uno più ambizioso, che richiederebbe 371 miliardi di investimenti per portare a standard elevati circa 13,3 milioni di abitazioni; e uno più selettivo, con 230 miliardi destinati a migliorare le condizioni di 8,3 milioni di abitazioni stabili, con priorità alle famiglie residenti in modo permanente.

Quattro direttrici strategiche per una transizione giusta

Per realizzare pienamente la Direttiva Case Green, il documento individua quattro aree strategiche fondamentali:

La sostenibilità economica degli interventi dovrà essere garantita da un sistema di incentivi calibrato secondo il reddito (ISEE), con attenzione particolare alle famiglie vulnerabili e alla prima casa. È inoltre suggerita l’esclusione degli alloggi destinati alla locazione turistica, la creazione di fondi di garanzia e strumenti finanziari dedicati, e l’introduzione di bonus rafforzati per le abitazioni in classe G con interventi integrati.

La rimozione degli ostacoli normativi passa per la semplificazione delle procedure nei contesti condominiali complessi, la regolarizzazione edilizia e la necessità di una cornice normativa stabile, che offra certezze per tutta la durata di attuazione della Direttiva.

L’innovazione tecnologica e digitale deve diventare un alleato della riqualificazione: si propongono incentivi per sistemi smart e digital twin degli edifici, insieme a percorsi formativi per professionisti altamente specializzati.

Infine, il ruolo dei tecnici e dei professionisti diventa centrale. Il piano prevede sportelli dedicati all’assistenza tecnica per i cittadini, la creazione di un albo di esperti indipendenti certificati e una riforma dei percorsi di certificazione per garantire standard elevati di competenza.

“Una sfida alla nostra portata, da vincere con realismo”

«Abbiamo straordinarie competenze e risorse che ci permettono di affrontare questa trasformazione con realismo e determinazione – ribadiscono i vertici della Fondazione Geometri Italiani -. È essenziale costruire strumenti finanziari dedicati alle famiglie più fragili, sfruttando anche il Fondo Sociale per il Clima che l’Unione Europea attiverà a partire dal 2027».

Lo studio, basato su dati ufficiali Enea, Istat e Ispra, rappresenta un passo avanti decisivo nel dibattito pubblico italiano sulla transizione energetica degli edifici. La “via italiana” alla Direttiva Case Green – pragmatica, sostenibile e socialmente equa – non solo è possibile, ma può diventare un’occasione storica per rilanciare economia, occupazione e qualità della vita.

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