Casse Edili. Il settore delle costruzioni è in fase di assestamento

Il settore edile chiude il 2024 in crescita, ma i primi mesi del 2025 segnalano un rallentamento. La Cnce analizza i dati e invita rafforzare il sistema bilaterale per affrontare la nuova fase

Il 2024 si è chiuso con risultati positivi per il comparto edile, come evidenziato dal nuovo rapporto dell’Osservatorio Cnce (Commissione nazionale paritetica per le Casse edili), presentato in occasione dell’evento “Tra normativa e aggiornamento: il Ruolo delle Casse” tenutosi a Roma il 14 maggio.

Secondo i dati, il numero complessivo di ore lavorate ha raggiunto 895 milioni, segnando un incremento del 3,3% rispetto al 2023. Una crescita che, se rapportata al biennio 2022–2024, si attesta al +7,2%, confermando una fase di espansione favorita da misure straordinarie come il Superbonus edilizio e l’avvio di numerosi cantieri legati ai fondi del Pnrr.

Anche sul fronte occupazionale, il bilancio è positivo: 705.977 lavoratori attivi nel 2024, con un aumento del 4,5% rispetto all’anno precedente. Il numero delle imprese si è attestato a 133.788 unità, in leggero aumento (+0,24%), ma comunque indicativo di una fase ancora dinamica.

Tuttavia, a partire da novembre 2024, si osservano i primi segnali di una fase di assestamento. L’Osservatorio Cnce evidenzia come il ciclo economico stia cambiando direzione, con una contrazione dell’attività registrata già nel penultimo mese dell’anno: -4% su base annua a novembre e -2% a dicembre.

Questi numeri, pur non allarmanti in sé, rappresentano un punto di svolta. La crescita stabile dei mesi precedenti, ad eccezione del fisiologico calo di agosto, lascia il passo a una tendenza decrescente, che si conferma anche nei primi mesi del 2025.

Inversione di tendenza nei primi anni dell’anno

I dati del primo bimestre 2025 consolidano l’ipotesi di una vera e propria inversione di ciclo. A gennaio, le ore lavorate scendono dell’8,5% rispetto allo stesso mese del 2024, mentre la massa salari cala del 7,5%.

Febbraio, pur con un leggero miglioramento in termini di ore lavorate (aumento del 7,16% rispetto a gennaio), registra comunque un -6% rispetto a febbraio 2024, confermando che il settore sta entrando in una fase di normalizzazione dopo due anni straordinari.

Lieve ripresa tecnica ma su livelli più bassi

Il confronto dicembre 2024–febbraio 2025 mostra un rimbalzo tecnico del 16,18% delle ore lavorate: da 62 milioni a dicembre a oltre 72 milioni a febbraio. Tuttavia, secondo l’Osservatorio, questo recupero non è sufficiente a invertire la rotta, poiché “la stabilizzazione sembra avvenire su livelli produttivi più bassi rispetto a un 2024 eccezionale”.

Una valutazione rafforzata anche dai dati relativi al numero di lavoratori, che passano da 688.178 a dicembre a 670.112 a gennaio (-2,63%), risalendo solo leggermente a 689.186 a febbraio, per un incremento minimo dello 0,15% sul bimestre.

Nel primo trimestre 2025 calano le imprese attive

Anche il numero delle imprese attive mostra segnali chiari di raffreddamento. La discesa inizia già a ottobre 2024 con un -1,2%, per poi intensificarsi a novembre (-3,6%) e dicembre (-6%). A gennaio 2025 si tocca il -7%, prima di una leggera risalita a febbraio (+1,68%), che non basta però a evitare una flessione complessiva dell’1,66% rispetto a dicembre.

Questi dati mostrano come le imprese stiano reagendo con cautela, in attesa di una maggiore chiarezza sul futuro del mercato e delle politiche di incentivazione.

Un settore che cambia pelle: il commento della Cnce

«Siamo entrati in una nuova fase storica per il settore delle costruzioni”, ha dichiarato il presidente della Cnce, Dario Firsech, commentando i dati. “Gli scenari internazionali, le scelte economiche e le relazioni geopolitiche stanno mutando e condizioneranno anche gli equilibri nazionali. In questo quadro, il sistema bilaterale deve essere un punto di riferimento per legalità e sicurezza».

Sulla stessa linea il vicepresidente Francesco Sannino, che ha sottolineato come in un mercato in rallentamento «il rischio è che la maggiore competizione tra imprese possa scaricarsi sulle condizioni di lavoro. Ecco perché è oggi più che mai necessario rafforzare gli strumenti di tutela e valorizzare il ruolo delle Casse Edili».

Prospettive per il futuro: tra incognite e resilienza

Pur in un contesto di incertezza, il settore non si arrende. Alfredo Martini, direttore di Edilinews, invita alla cautela ma non al pessimismo: «Dobbiamo osservare i prossimi mesi. Le ore lavorate sono il nostro termometro reale. Veniamo da anni eccezionali che hanno dato forza al comparto. Le imprese hanno sviluppato anticorpi per reagire e creare valore anche in una fase meno espansiva».

La fotografia del settore edile tra 2024 e 2025 racconta, dunque, un ciclo che cambia, ma anche un sistema – quello della bilateralità – che, se rafforzato, può garantire stabilità, qualità e legalità in una fase in cui nulla può essere dato per scontato.

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