Quello che segue è in estrema sintesi il quadro congiunturale del settore delle costruzioni presentato ieri dai costruttori edili per il 2013.
È andata ancora peggio di quanto si prevedeva solo sei mesi fa.
Gli investimenti sono scesi del 6,9% (-5,6% era la previsione di giugno) e la perdita di posti di lavoro (-10,4%) è stata la più pesante di tutti i settori economici.
Soffrono tutti i comparti: nell’ultimo anno nuove abitazioni -18,4%, edilizia non residenziale -9,1% e lavori pubblici -9,3%. Un quadro che rende drammatico, per l’edilizia, il bilancio dall’inizio della crisi: 480.000 lavoratori lasciati a casa, che salgono a 745.000 se si considerano anche i settori collegati 12.600 imprese fallite su un totale di 55.200. In sostanza quasi una chiusura su quattro si è verificata in edilizia.
Cosa prevedono i costruttori per il 2014?
Senza i 5 miliardi la ripresa sarebbe a rischio. In questa prima ipotesi la caduta del settore delle costruzioni continua (-2,5%), ma è attenuata da alcuni provvedimenti del Governo, come la proroga degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni e l’efficientamento energetico prevista nel ddl stabilità, e le misure di rilancio dei mutui contenute nel dl casa (accordo Abi-Cdp).
Con i 5 miliardi si aggancia la ripresa. Potendo usufruire della clausola per gli investimenti, si potranno spendere 5 miliardi nel comparto delle opere pubbliche che invertirebbero, finalmente, il trend negativo del settore. I livelli produttivi aumenterebbero, rispetto al 2013, dell’1,2% e si riuscirebbe a dotare il Paese delle infrastrutture di cui ha urgente bisogno: dalla messa in sicurezza del territorio alla riqualificazione del patrimonio scolastico e delle città.
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