La transizione energetica delle abitazioni italiane non è solo una questione ambientale, ma anche un motore economico. Un’analisi recente del Centro Studi della Fondazione Geometri Italiani mostra come i bonus edilizi possano sostenere famiglie vulnerabili e stimolare l’economia con un costo relativamente contenuto per le casse pubbliche.
Due metodologie a confronto
Lo studio si è basato su due approcci complementari: il modello della Fondazione Nazionale dei Commercialisti, che valuta l’impatto complessivo degli investimenti, e l’analisi dettagliata dei costi e ricavi fiscali del modello Ance. Entrambi gli studi concordano: una spesa annua media di circa 14 miliardi di euro in bonus fiscali genera un ritorno economico tale da ridurre il costo netto per lo Stato a meno di 2 miliardi.
Le simulazioni indicano:
- Un valore aggiunto economico superiore a 16 miliardi di euro;
- Un saldo fiscale netto positivo compreso tra 320 milioni e 1,2 miliardi di euro;
- Una forte attivazione di salari e consumi interni, con gettito derivante da imposte dirette, Iva e contributi previdenziali.
L’effetto moltiplicatore degli investimenti
Ogni euro investito nella riqualificazione edilizia genera una ricaduta complessiva di circa 3,3 euro sull’economia. Questo include effetti diretti sui cantieri, indiretti sulle imprese fornitrici e indotti dai consumi delle famiglie e dei lavoratori coinvolti. Gli incentivi, quindi, non sostengono solo il settore edilizio, ma creano valore aggiunto, occupazione e gettito fiscale superiore al costo diretto dello Stato.
Impatto fiscale e sociale
Il modello Ance stima che circa il 34% dei costi degli interventi va a salari e stipendi netti, generando oltre 3,3 miliardi di euro in contributi e imposte. La detrazione al 55% e 65% per le famiglie in povertà energetica comporta un costo aggiuntivo inferiore a 2 miliardi annui, ben al di sotto dei 13 miliardi del Superbonus 110%. Interventi con aliquote minori possono compensare parzialmente le minori entrate, garantendo equilibrio nel bilancio pubblico.
Strategie per le famiglie vulnerabili
Lo studio indica politiche operative fino al 2030:
- Programmazione pluriennale per stabilità normativa;
- Monitoraggio trasparente dei costi e dei risultati;
- Semplificazione delle procedure e accesso facilitato al credito;
- Incentivi mirati per le fasce vulnerabili;
- Gestione trasparente e condivisa delle risorse.
Queste strategie mirano a evitare bolle speculative e a rendere gli interventi più efficaci e sostenibili.
Novità sul Bonus Casa 2026

«Il percorso di efficientamento energetico e di rigenerazione edilizia rappresenta una sfida centrale per il futuro del nostro Paese, non solo per il ruolo che il settore ha nell’economia, ma anche per l’impatto sociale e ambientale determinante»
Diego Buono, presidente Fondazione Geometri Italiani e Cassa Geometri
Il Governo punta a mantenere la detrazione al 50% per le ristrutturazioni della prima casa, superando l’ipotesi di riduzione al 36%. Si valuta anche di ridurre il periodo di recupero fiscale da 10 a 5 anni, rendendo l’incentivo più immediato. Per le seconde case, la detrazione potrebbe scendere tra 30% e 36%.

Secondo Diego Buono e Paolo Biscaro, rispettivamente presidente e vicepresidente della Fondazione Geometri Italiani, la combinazione di rigore metodologico e gestione trasparente degli incentivi è cruciale per garantire risultati duraturi e socialmente equi.
«Solo con un approccio programmato, trasparente e integrato, che tenga conto delle diverse esigenze territoriali e sociali, potremo davvero contribuire a un futuro più equo e resiliente»
Paolo Biscaro, vice presidente Fondazione Geometri Italiani e presidente Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati
Il ruolo della Fondazione Geometri Italiani
Attiva dal giugno 2025, la Fondazione funge da osservatorio permanente su edilizia, sostenibilità e rigenerazione urbana, fornendo analisi rigorose e supporto alle istituzioni, imprese e cittadini per accompagnare la transizione energetica in modo efficace e concreto.