Si è conclusa la quarta edizione dell’Infrastructure Academy promossa da Hilti Italia in collaborazione con Ais (Associazione Infrastrutture Sostenibili), una giornata che ha riunito a Napoli i principali attori del mondo delle costruzioni, delle infrastrutture e della sostenibilità.
Alessandro Savino, AD di Hilti Italia ha introdotto la giornata toccando il tema della “disruptive innovation” e ha ribadito che l’Infrastructure Academy «non è una conferenza ma un’occasione per immaginare e costruire insieme il futuro». Passando ai dati: «Solo il 30% del tempo in cantiere è realmente produttivo, il settore è ancora poco attrattivo per i giovani, scarsamente inclusivo (12% di donne) e responsabile del 40% delle emissioni di gas serra. Hilti si propone come attore trasformativo, investendo oltre il 5% del suo fatturato in ricerca e sviluppo, puntando su digitalizzazione, connettività, esoscheletri e nuovi modelli di business.»
Grazie al contributo degli speaker, la prima roundtable ha evidenziato un approccio sistemico all’innovazione infrastrutturale, dove resilienza, digitalizzazione e sostenibilità convergono. Le infrastrutture sono state descritte come organismi adattivi, capaci di rispondere alle sfide ambientali e sociali. La progettazione integrata e il Bim emergono come strumenti chiave per una gestione intelligente e interconnessa. L’efficienza energetica e l’uso di materiali riciclati si legano a una cultura aziendale aperta alla sperimentazione. La sicurezza evolve grazie a tecnologie indossabili. Infine, l’interoperabilità e la visione orientata al ciclo di vita dell’opera rafforzano il ruolo delle infrastrutture come motore di sviluppo territoriale.

La sostenibilità infrastrutturale durante la seconda roundtable è emersa come tema centrale, declinata attraverso investimenti responsabili, progettazione circolare e obiettivi climatici ambiziosi. I progetti vengono valutati non solo per la loro efficacia tecnica, ma anche per l’impatto sociale e ambientale generato.

La progettazione integrata si apre alla rigenerazione dei materiali e alla riduzione dell’impronta ecologica. Le aziende si impegnano verso il Net Zero, investendo in ricerca e accompagnando i clienti in percorsi di trasparenza e servizio. Insieme, questi interventi delineano una visione infrastrutturale orientata al futuro e al bene comune. Inoltre, è emerso che la sostenibilità rappresenta un criterio centrale nella valutazione dei propri investimenti, affiancando al ritorno economico anche l’impatto ambientale e sociale. I settori coinvolti includono trasporti, difesa e agricoltura, con particolare attenzione alla resilienza climatica e alla mobilità pubblica. Per le infrastrutture stradali è fondamentale affidarsi a studi che dimostrino il decongestionamento e i benefici ambientali. Infine, ogni progetto deve rispettare i parametri della politica di investimento sostenibile per poter essere finanziato.



