Saie – Riparti Italia

Il mondo delle costruzioni guarda al domani con fiducia

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Ivo A. Nardella, ad Gruppo Tecniche Nuove e presidente Senaf

«Il mondo delle costruzioni sta dando prova di grande resilienza e fiducia. La filiera edile è vitale per l’economia del Paese ed è necessario, adesso, spingere sull’acceleratore per concretizzare i sacrifici fatti finora. Come dimostrano i dati dell’Osservatorio Saie le imprese sono, nonostante tutto, ottimiste per il futuro ma occorre risolvere tutti quei problemi che bloccano il potenziale del settore: iter burocratici lunghi, fisco, incertezza normativa. Gli incentivi rappresentano una delle possibili soluzioni e siamo convinti che a Saie, il dialogo tra istituzioni, associazioni, imprese e professionisti farà nascere tante nuove idee per la ripartenza. Esattamente come in occasione della sottoscrizione della Carta delle Costruzioni e dell’Edilizia, promossa da Saie e condivisa dalle principali istituzioni e associazioni del sistema edile: una voce unica per superare l’emergenza e guardare al futuro con una visione strategica a lungo termine. Si tratta di un’opportunità da non perdere concretizzando tutte quelle riforme che negli ultimi 50 anni sono state rimandate, puntando sulla modernizzazione, innovazione, semplificazione del processo normativo, istituzionale e realizzativo». Così Ivo Nardella, Presidente di Tecniche Nuove e di Senaf, la società che organizza Saie ha salutato il pubblico alla cerimonia inaugurale della manifestazione che ha avuto luogo a Bologna lo scorso ottobre.

Emilio Bianchi
Emilio Bianchi, direttore Senaf

«Quest’edizione di Saie ha avuto un significato profondo: non è stata solo una classica esposizione ma un momento unico per riconnettere tutto il tessuto produttivo della filiera edile – ha dichiarato Emilio Bianchi, Direttore di Senaf alla chiusura di questa particolare edizione – È stata una manifestazione dal forte valore simbolico, che ha dimostrato ancora una volta la voglia di ripartenza di associazioni, imprese e professionisti, con il supporto delle istituzioni, oltre al ruolo di centralità di Saie per il comparto delle costruzioni».

Eh sì, nonostante lo stop – dettato dal Covid 19 – che ha messo a dura prova l’intera filiera edile, le imprese non perdono la fiducia e lavorano per costruire una ripresa solida e duratura. I dati dell’Osservatorio Saie, realizzato da Grs Research & Strategy per conto di Senaf su un panel di aziende di produzione, distribuzione e servizi per il settore delle costruzioni in occasione proprio di Saie – Riparti Italia, restituiscono la fotografia di un comparto che ha sofferto sì come tanti altri settori, ma si è da subito rimboccato le maniche mostrando i primi segnali di fiducia per il futuro. Ben il 34% delle imprese è, infatti, già tornato alla normalità e il 28% conta di farlo entro 6 mesi. Un dato importante, specialmente in considerazione dell’impatto negativo della pandemia sulle performance dell’86% delle imprese.

Per ciò che riguarda il fatturato, nel II trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il 62% delle aziende ha registrato un calo dei ricavi. Ciononostante, la fiducia delle imprese cresce quando si pensa al futuro, con il 55% degli intervistati che prevede un incremento nel giro d’affari del settore nei prossimi tre anni e il livello di fiducia è alto per il 43% degli intervistati.

Nonostante tutte le difficoltà degli ultimi mesi, per gli imprenditori non crolla la soddisfazione relativa all’attuale andamento della propria azienda: quasi sei aziende su dieci (58%) si dicono soddisfatte, e anche il portafoglio ordini dà una certa tranquillità, con quasi tre quarti delle aziende (74%) che lo ritiene adeguato ai livelli di sostenibilità finanziaria. A mettere in dubbio la fiducia delle imprese sono specialmente alcuni fattori, tra cui spiccano la burocrazia/tempi giudiziari in caso di controversia, gli aspetti fiscali, l’incertezza normativa e il costo della forza lavoro.costruzioni

Tra le varie misure possibili per il rilancio del settore, le imprese indicano soprattutto gli incentivi governativi, la riforma della burocrazia/sburocratizzazione, lo sblocco dei cantieri, l’abbassamento del cuneo fiscale e un piano di investimenti per l’edilizia pubblica. Nel rapporto con la Pubblica Amministrazione, il problema principale è l’iter burocratico seguito dalle competenze degli interlocutori e dall’accesso ai bandi. Gli incentivi possono essere, dunque, fondamentali per la ripartenza. Tra questi, il bonus ristrutturazione è giudicato il più utile (il 59% delle imprese lo valuta positivamente), seguito dall’Ecobonus (58%), dal Decreto Rilancio 110% (56%).costruzioni

Per ciò che riguarda l’occupazione, circa metà delle imprese (53%) prevede nuove assunzioni in questo periodo e nove aziende su dieci puntano poi sulla formazione interna.

Mai come negli ultimi anni sono diventate di fondamentale importanza la trasformazione digitale e l’innovazione: circa la metà degli imprenditori (46%) ritiene che la propria azienda si sia avviata “molto” o “abbastanza” verso la digitalizzazione in questi anni, mentre il 12% è rimasto fermo ai vecchi modelli. Ad investire in ricerca e innovazione sono in tutto il 76% delle imprese, con circa un’azienda su due (47%) che investe “tra l’1 e il 10% del fatturato”. Non mancano, inoltre, le aziende virtuose che investono “oltre il 40% del fatturato” (2%). Il Covid-19 ha determinato, da una parte, un calo di circa il 43% negli investimenti tecnologici – dalla sicurezza informatica al cloud computing, alla simulazione, alla produzione additiva, ecc. – e, dall’altra, accelerato la corsa verso la digitalizzazione. Ma le imprese della filiera edile erano pronte? Il 54% degli intervistati ritiene che gli investimenti fatti in precedenza sulle nuove tecnologie si siano rivelati strumenti sufficienti per reagire alla crisi, per il 26% non è stato così ma non ci sono state ripercussioni, mentre il 10% è in procinto di attuare adesso un processo di digitalizzazione. Una piccola percentuale, il 6%, pensa di essersi fatta trovare impreparata, con un impatto negativo nel proprio business.

Non solo digitalizzazione: il Covid-19 ha obbligato le imprese a misure straordinarie per far fronte all’emergenza. Tra tutti, ovviamente, la redazione di piani di sicurezza per ridurre i rischi di contagio (56%), lo smart/flex working (47%), l’incentivazione della formazione aziendale a distanza, oltre che l’investimento in nuove tecnologie (entrambe 19%).

Un altro trend sempre più vitale per il settore è quello della sostenibilità, ritenuta fondamentale nelle proprie scelte di sviluppo dei prodotti/servizi dall’87% delle imprese. L’aspetto su cui gli imprenditori stanno investendo maggiormente è la riduzione dei consumi (53%), seguito dall’attenzione all’inquinamento e all’impatto ambientale (49%) e dall’ecosostenibilità dei prodotti (47%). E la vocazione all’export? Ad esportare sono il 64% delle aziende – principalmente nel resto d’Europa (70%), Medio Oriente (18%) e Africa (15%) – e quasi una su dieci (il 9%) fattura all’estero oltre il 70% dei propri ricavi.

In evidenza
costruzioni
– Nonostante i mesi difficili il 34% delle aziende ha trovato la normalità, il 58% delle imprese è soddisfatto dell’andamento del proprio business e il 53% è pronto ad assumere nuovi dipendenti;

Burocrazia (76% delle aziende intervistate) e aspetti fiscali (62%) preoccupano le aziende che puntano su incentivi (55%) e riforma della burocrazia (45%) per ripartire;

– Tra gli incentivi, i più utili secondo le imprese sono il bonus ristrutturazione (59%) e l’Ecobonus (58%)

-Il 76% delle aziende punta su ricerca e innovazione, ma con il Covid-19 si sono ridotti gli investimenti

– Digitalizzazione e sostenibilità sono i trend del futuro

 

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