Sistemi e prodotti vernicianti per l’edilizia

Il peso specifico

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Franco Lucherini, consulente in chimica delle vernici.

Il quesito
In alcune schede tecniche di materiali vernicianti, tra le caratteristiche, è riportato il peso specifico mentre su altre è riportata la massa volumica. Che differenza c’è tra i due dati? Questi possono essere presi come indice di qualità del materiale?

Definizioni
Il peso specifico è definito come rapporto tra il peso di un materiale e il suo volume: ps = P/V. La sua unità di misura è il N/m3. La massa volumica, indicata con ρ, è definita come il rapporto tra la massa di un corpo e il suo volume: ρ = m/V. La sua unità di misura. è il kg/m3. Questo in termini puramente scientifici. Nel nostro settore si usa spesso, per motivi pratici, la dizione peso specifico in luogo di densità relativa, che è definita come il rapporto tra il peso di un corpo e quello di un uguale volume di acqua distillata alla temperatura di 4°C, cioè un numero puro. In pratica, nel campo dei prodotti vernicianti, poiché abbiamo a che fare con i litri più che con i m3, si usa esprimere il dato come massa volumica in kg/l, o sottomultipli (g/l), oppure con un numero puro (adimensionale perché rapporto tra due pesi) come peso specifico: cioè dichiarare che la pittura X ha una massa volumica di 1,63 kg/l oppure un peso specifico (inteso come densità relativa) di 1,63 è la stessa cosa. 
 
Da cosa è influenzato il peso specifico 
Il peso specifico di una pittura è determinato, ovviamente, dai pesi specifici dei vari componenti. 
 
Prendiamo ora uno smalto alchidico bianco di buona qualità formulato con resina al 70% in RM e il 30% di biossido di titanio. Un classico smalto di questo tipo ha un ps di 1,24-1,25 e un residuo secco in volume del 56%. Sostituiamo ora metà del biossido di titanio con carbonato di calcio: il ps scende a 1,21 e il costo si abbassa notevolmente, ma nel contempo il potere coprente si riduce di molto. Si è ottenuto, cioè, uno smalto di qualità inferiore abbassando il ps. Stessa cosa se si abbassa il residuo secco sostituendo una quantità di resina e proporzionalmente una quantità di biossido di titanio con solvente, si può ottenere uno smalto avente ps di 1,14, ma un residuo secco in volume del 43%: mentre nel primo caso si aveva una resa teorica, allo spessore secco applicato di 56 μm, di 10m2/l, in questo caso si avrebbe una resa teorica di 7,7m2/l. Allo stesso modo si può dimostrare che, se in una pittura al quarzo per esterno si sostituisce il carbonato di calcio con la barite si aumenta il peso specifico e si migliora la resistenza all’esterno. Se invece, l’aumento di peso specifico è ottenuto sostituendo parte della resina con cariche o pigmenti, si peggiora la resistenza all’esterno e si migliora la copertura, cioè si peggiora la qualità di una pittura per esterno e si migliora quella di una per interno se non è richiesta resistenza all’abrasione a umido.
La risposta
Da quanto detto, risulta chiaro che il ps non sempre è indice di qualità: lo è quando si sostituisce il legante con cariche al puro scopo di abbassare il prezzo. La qualità è determinata dalla formulazione e dall’accurata scelta delle materie prime in funzione della destinazione d’uso. 

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