Si è svolta a Sassuolo nella mattinata di mercoledì 19 novembre la prima riunione del Tavolo Settoriale Industria Ceramica, convocata da Vincenzo Colla, Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna.
L’incontro ha riunito Confindustria Ceramica e le segreterie nazionali dei sindacati del settore – Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, rappresentate rispettivamente da Ugo Cherubini, Fabrizio Framarini e Vittorio Caleffi – con l’obiettivo di sviluppare una strategia condivisa per la salvaguardia della competitività dell’industria ceramica italiana e dell’occupazione di qualità che assicura.
L’industria ceramica italiana: numeri e contributo all’economia
L’industria ceramica italiana rappresenta un patrimonio economico e industriale significativo, fortemente radicato nei territori grazie ai distretti industriali concentrati in Emilia-Romagna e Lazio.
Il comparto è costituito da 248 imprese con 25.920 dipendenti diretti che hanno generato nel 2024 un fatturato di 7,6 miliardi di euro, di cui l’80% derivante da vendite all’estero.
Questa forte propensione all’esportazione contribuisce in modo rilevante al saldo positivo della bilancia commerciale italiana, confermando il ruolo strategico dell’industria ceramica nell’economia nazionale.
Approccio concreto e pragmatico per la transizione sostenibile
Per salvaguardare tale patrimonio in coerenza con gli obiettivi posti a livello europeo, è necessario assumere un approccio concreto e pragmatico.
Questo significa procedere attraverso specifiche verifiche: della situazione di partenza, della disponibilità economica e dell’efficienza ed efficacia delle tecnologie effettivamente disponibili, nonché della valutazione degli sviluppi tecnologici futuri e del loro impatto sui processi produttivi.
Questo approccio costituisce esattamente il campo delle politiche industriali necessarie a garantire resilienza al sistema industriale, autonomia strategica, sviluppo tecnologico e sostenibilità sociale al processo di transizione verso un’economia decarbonizzata.
La necessità di un sistema fiscale unificato a livello europeo
Un elemento critico per la competitività dell’industria ceramica riguarda l’armonizzazione dei sistemi fiscali e tributari a livello europeo.
Sarebbe infatti necessario unificare questi sistemi per garantire uguali opportunità di competizione commerciale tra i diversi operatori.
Occorre disposare di regole chiare e ben definite, sia in Italia che in Europa, per evitare fenomeni di dumping causati da una competizione non regolata, soprattutto nei paesi che non applicano regole chiare sulle questioni ambientali e sui diritti umani.
Solo attraverso questo coordinamento si potrebbe creare un sistema di diritto universale che garantisca condizioni di mercato eque e trasparenti.
Gli investimenti in sostenibilità e innovazione dell’industria ceramica
L’industria ceramica ha accolto con responsabilità la sfida delle politiche climatiche europee nel contesto del Green Deal.
Le emissioni di Co₂ per metro quadro di prodotto sono oggi circa la metà rispetto alla fine degli anni ’90, evidenziando un significativo progresso ambientale.
Il settore ha adottato i sistemi più avanzati di efficienza energetica, di cogenerazione e di produzione fotovoltaica.
Gli investimenti complessivi in innovazione di prodotto, tecnologie avanzate e sostenibilità ambientale negli ultimi 10 anni hanno superato i 4,3 miliardi di euro, con una media del 7% del fatturato annuale dedicato a questi ambiti.
Le imprese intendono continuare a investire per migliorare ulteriormente questa situazione, dedicando risorse orientate alla ricerca e allo sviluppo e all’ammodernamento degli impianti, mantenendo nel tempo i livelli occupazionali.
La sfida attuale dell’industria ceramica italiana
L’industria ceramica si trova ad attraversare attualmente una fase particolarmente complessa, caratterizzata dall’aumento e dalla volatilità dei costi energetici di gas e elettricità.
In Italia, questi costi risultano significativamente più elevati rispetto alle principali economie europee, creando un svantaggio competitivo strutturale.
A questa criticità si aggiungono gli oneri derivanti dal sistema europeo di scambio di quote sulla Co₂ (Ets), che equivalgono a una maggiorazione del 15% del costo del gas naturale.
In assenza di alternative tecnologiche concrete, questo sistema, per come oggi concepito, sottrae risorse rilevanti agli investimenti del settore.
Nel 2024 gli investimenti del comparto hanno già visto una riduzione del 20%, pari a circa 80 milioni di euro di minori investimenti – una cifra non lontana dagli oneri pagati per il sistema Ets.
Questa dinamica rappresenta un ostacolo significativo alla continuazione della transizione sostenibile e all’ammodernamento tecnologico che il settore aveva pianificato.

Obiettivi del primo Tavolo Settoriale Industria Ceramica
La prima riunione a Sassuolo ha messo al centro della propria azione l’obiettivo fondamentale di evitare la perdita di competitività e di capacità produttiva dell’industria ceramica italiana.
Con il coordinamento della Vicepresidenza della Regione Emilia-Romagna, il tavolo svilupperà nell’immediato ogni possibile azione condivisa con l’obiettivo di:
- Richiedere una profonda revisione del sistema Ets oggi in discussione a livello europeo a Bruxelles
- Garantire pari condizioni di competizione rispetto alle economie europee concorrenti
- Sostenere gli investimenti in ricerca, sviluppo e sostenibilità ambientale
- Mantenere i livelli occupazionali e la qualità del lavoro nel comparto
La revisione del sistema Ets rappresenta una priorità strategica per il settore, in quanto condizione necessaria per permettere all’industria ceramica italiana di continuare il percorso di transizione energetica e sostenibilità ambientale che ha avviato negli ultimi anni.



