L’Istituto nazionale di urbanistica (Inu) ha respinto con forza la proposta di “sdemanializzazione” e successiva vendita delle spiagge italiane, considerato il tentativo di una gigantesca operazione di privatizzazione del patrimonio naturalistico italiano
L’Inu, che in passato ha respinto decisamente le ipotesi di estendere per periodi temporali abnormi il diritto di superficie sulle spiagge, oggi rifiuta l’esplicita privatizzazione.
Secondo l’Inu la logica va ribaltata: le spiagge non sono meri strumenti per ripianare il bilancio dello Stato a brevissimo termine ma perenni risorse del territorio da valorizzare, di cui i cittadini e le imprese dovrebbero beneficiare in una cornice di copianificazione territoriale e paesaggistica e in una logica di programmazione integrata degli interventi per il rilancio del comparto turistico.

Isoplam. Quando la superficie diventa esperienza per ospitalità e ristorazione
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