Manovra 2026: bonus edilizi confermati, superammortamento per le imprese e riforma fiscale in arrivo

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Il Ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti ha presentato, il 14 ottobre 2024, il Documento programmatico di bilancio (Dpb) da trasmettere alla Commissione Europea. La legge di Bilancio 2026 si presenta come una delle più complesse degli ultimi anni. Con una dotazione complessiva di 18 miliardi di euro, il provvedimento mira a bilanciare due obiettivi difficili ma complementari: da un lato sostenere la crescita economica e il potere d’acquisto delle famiglie, dall’altro preservare la sostenibilità della finanza pubblica.

Nel cuore della manovra trovano spazio il taglio dell’Irpef, nuove misure per il welfare familiare, e una forte spinta agli investimenti produttivi attraverso il superammortamento e la conferma dei bonus edilizi che rappresenta un messaggio di fiducia per famiglie e imprese, un impegno a lungo termine su uno dei settori più strategici del Paese.

Il Governo punta così a una politica della casa e degli investimenti che non solo stimola il mercato, ma contribuisce anche alla transizione ecologica, alla sicurezza sismica e alla qualità della vita urbana.

Bonus edilizi prorogati

Continuità per il settore delle costruzioni

Il capitolo più atteso riguarda senza dubbio i bonus edilizi, che il Governo ha scelto di prorogare anche per tutto il 2026, mantenendo le stesse condizioni già in vigore nel 2025.

La decisione, spiegano fonti del Ministero dell’economia e delle finanze, risponde all’esigenza di garantire stabilità normativa e di evitare interruzioni improvvise in un comparto che negli ultimi anni ha rappresentato un traino fondamentale per l’economia nazionale.

Nel dettaglio, il bonus ristrutturazioni continuerà a prevedere una detrazione del 50% per gli interventi sulla prima casa, mentre per gli altri immobili la percentuale resterà al 36%, con un tetto massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare.

Saranno agevolati i lavori di manutenzione straordinaria, risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia e miglioramento energetico, con la possibilità di usufruire della detrazione in dieci rate annuali di pari importo.

Questa proroga, pur non ampliando la portata dei benefici, rappresenta una boccata d’ossigeno per famiglie e imprese edili, che negli ultimi mesi avevano espresso preoccupazione per una possibile discontinuità delle agevolazioni. La misura consente di pianificare interventi a medio termine, sostenendo così occupazione, investimenti e riqualificazione urbana.

Secondo i tecnici del Mef, la proroga dei bonus edilizi avrà anche un effetto positivo sui conti pubblici nel medio periodo: i lavori agevolati generano infatti entrate fiscali indirette attraverso Iva, imposte sui redditi da lavoro e aumento del valore degli immobili.

Il Governo valuterà inoltre la possibilità di semplificare le procedure amministrative, riducendo i tempi di autorizzazione e snellendo la burocrazia legata alle detrazioni, in particolare per i condomìni e le piccole imprese artigiane.

Superammortamento e credito d’imposta

Spinta agli investimenti delle imprese

La manovra dedica 4 miliardi di euro al superammortamento, uno strumento volto a incentivare le imprese che investono in beni materiali nuovi, come macchinari, impianti e attrezzature produttive.

L’obiettivo è sostenere la competitività del tessuto industriale italiano, premiando chi punta su innovazione, efficienza e digitalizzazione.

Oltre al superammortamento, viene confermata la presenza di crediti d’imposta per le aziende localizzate nelle Zone Economiche Speciali (Zes), aree a fiscalità agevolata create per stimolare la crescita nel Mezzogiorno, e di un fondo da 100 milioni di euro nel triennio 2026-2028 destinato alle Zone Logistiche Speciali (Zls), strategiche per lo sviluppo dei porti e delle infrastrutture commerciali.

Queste misure, unite al mantenimento dei bonus edilizi, delineano un quadro organico di sostegno alla filiera produttiva, dall’edilizia tradizionale all’industria manifatturiera, favorendo una ripartenza strutturale e non solo emergenziale dell’economia italiana.

Famiglie e welfare

Bonus mamme e revisione dell’Isee

Accanto alle misure economiche e fiscali, la manovra 2026 prevede un pacchetto sociale da 3,5 miliardi di euro nel triennio, destinato a famiglie, giovani e contrasto alla povertà.
Tra gli interventi principali figurano l’aumento del bonus mamme, che passa da 40 a 60 euro mensili, e la conferma della social card “Dedicata a te”, rivolta ai nuclei a basso reddito.

Un capitolo rilevante è rappresentato dalla riforma dell’Isee, che verrà ricalibrato per rendere la misurazione del reddito familiare più equa e aderente alla realtà. Il Governo intende rivedere il peso attribuito al valore della casa e alle scale di equivalenza, con l’ipotesi – sempre più concreta – di escludere la prima abitazione dal calcolo.

Tale intervento, stimato in circa 500 milioni di euro annui di effetto redistributivo, potrebbe favorire le famiglie del ceto medio, riducendo le distorsioni che oggi penalizzano i proprietari di abitazioni principali.

Riforma fiscale

Taglio dell’Irpef e pace fiscale

Sul versante fiscale, la legge di Bilancio conferma la riduzione della seconda aliquota Irpef, che scenderà dal 35% al 33%, con un impegno finanziario complessivo di 9 miliardi di euro nel triennio.
Il taglio punta a sostenere i redditi medi e a rilanciare la domanda interna, agendo come leva per la crescita dei consumi.

Viene inoltre introdotta una nuova edizione della pace fiscale relativa al 2023, con una rottamazione selettiva dei debiti tributari. Potranno aderire i contribuenti che hanno presentato regolarmente le dichiarazioni, ma che non sono riusciti a saldare imposte, interessi e sanzioni.
Sono invece esclusi coloro che non hanno mai dichiarato i redditi. La misura, spiega il Ministero, punta a recuperare gettito e a favorire la regolarizzazione spontanea delle posizioni fiscali.

Rinviata ancora, infine, l’entrata in vigore di plastic tax e sugar tax, due misure che restano formalmente in sospeso per non gravare su imprese e consumatori in una fase economica ancora fragile.

Sanità, pensioni e finanza pubblica

Stabilità come obiettivo

Una quota rilevante della manovra è destinata alla sanità pubblica, con 2,4 miliardi aggiuntivi nel 2026 e 2,65 miliardi per il biennio 2027-2028, che si sommano ai rifinanziamenti già previsti negli anni precedenti.
Le risorse serviranno a potenziare il personale sanitario, digitalizzare i servizi e ridurre le liste d’attesa.

Il Governo intende inoltre avviare interventi sul fronte previdenziale, legati all’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita, in un quadro di responsabilità verso i conti pubblici.

Le coperture complessive della manovra arriveranno in larga parte dai contributi delle banche e delle compagnie assicurative, per un totale di circa 4,5 miliardi di euro, e da una razionalizzazione della spesa statale accompagnata dalla rimodulazione del Pnrr.

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