Unioncamere-Mediobanca | Indagine medie imprese industriali

Medie imprese: il Veneto è il territorio a maggiore intensità

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A seguire Lombardia ed Emilia Romagna. Malgrado gli anni non favorevoli, le medie imprese italiane hanno chiuso il decennio con un giro d’affari a +35,2% e attraggono investitori esteri. È cresciuta anche l’occupazione: +9,2%.

Le medie imprese crescono più della manifattura e attraggono un numero crescente di investitori esteri, malgrado restino ancora penalizzate da una tassazione punitiva. Questo dato emerge dall’indagine sulle medie imprese industriali italiane realizzata da Unioncamere-Mediobanca, effettuata su un campione di 3.212 aziende con un fatturato annuo compreso tra 16 e 355 milioni di euro, assetto proprietario autonomo e una forza lavoro tra 50 e 499 unità. Tutte insieme, rappresentano il 16% del valore aggiunto dell’industria manifatturiera e il 17% dell’export nazionale.industria-ok

Lo studio è relativo al decennio 2004-2013 e conferma il Veneto in pole position come territorio a maggiore intensità di imprese, seguito da Lombardia ed Emilia Romagna. L’attività prevalente riguarda alcuni settori tipici del made in Italy, a partire dalla meccanica, che ha assorbito il 39% del valore aggiunto e il 42,3% delle esportazioni.
Le medie imprese italiane, malgrado gli anni non favorevoli, hanno chiuso il decennio con un +35,2% del giro d’affari, più del doppio rispetto alla manifattura. Risultato reso possibile soprattutto grazie alla forte espansione delle vendite all’estero. L’occupazione è cresciuta del 9,2%. La situazione di crisi ha generato una selezione, che la ricerca ha definito «severa», con la solvibilità diminuita di oltre il 15%.
Tra il 2005 e il 2014 sono state 126 le imprese italiane che sono passate sotto il controllo straniero, a fronte delle 40 imprese estere conquistate da imprenditori italiani. Le imprese meccaniche sono quelle che appaiono maggiormente attrattive all’estero e rappresentano il 51,6% dei takeover internazionali.
Negli ultimi anni si è ridotto di un miliardo l’afflusso di mezzi finanziari retti dalle banche: questo sta a significare che le imprese hanno iniziato a diversificare le fonti di finanziamento.
Solo il 5% (ovvero 298 società) ha scelto la Borsa con pochi risultati di successo, che battono l’andamento dell’indice di riferimento rispettivamente di 5,7, 2,3 e 0,1 volte. Per il resto, ogni euro investito nelle medie imprese quotate avrebbe generato una perdita del 6% su base annua.

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