Punto di Vista | Vito Panzarella, segretario generale FenealUil

Mezzogiorno: infrastrutture, lavoro, legalità. Uniti per un nuovo modello di sviluppo

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Al Convegno nazionale FenealUil il segretario generale Vito Panzarella è intervenuto evidenziando la necessità di spendere bene e presto le risorse programmate e mettere il Mezzogiorno nelle migliori condizioni per ripartire. Tra gli altri aspetti evidenziati «cambiare subito la Legge Fornero».
Vito Panzarella | Segretario generale FenealUil
Vito Panzarella | Segretario generale FenealUil

Vito Panzarella | Segretario generale FenealUil
«Il Sud deve essere messo nelle condizioni di ripartire, non possiamo più tollerare l’indifferenza e la rassegnazione con cui finora si sono affrontati i problemi. Investire nelle sue eccellenze e potenzialità deve essere una concreta priorità per il Governo. Occorre spendere presto e bene le risorse programmate valorizzando le eccellenze presenti in molte realtà, ma occorre anche una classe dirigente capace di progettualità ad ampio respiro, competenza tecnica e di controllo sull’efficacia della spesa.

Il Governo deve dare risposte chiare alla Calabria. Aver tagliato 2,3 miliardi di euro per l’A3 e gli investimenti già previsti per la statale 106 Jonica confermano la scarsa attenzione delle istituzioni nei confronti dei veri problemi di questa regione, che possiede una rete infrastrutturale inadeguata e pericolosa. Intervenire con una semplice manutenzione straordinaria non garantirà l’effettivo completamento della Salerno-Reggio Calabria e lascerà irrisolte ed inalterate tutte le criticità di viabilità e sicurezza. Non è più rinviabile l’immediata cantierizzazione dei lavori di ammodernamento e completamento dell’A3.

Su tutte le 25 opere prioritarie avvieremo singole vertenze per ottenere l’immediata apertura o prosecuzione dei cantieri in piena trasparenza, sicurezza e legalità. Sono necessari protocolli di contrattazione d’anticipo per garantire flessibilità e velocità delle opere ma garantendo sempre la tutela della regolarità e sicurezza sul lavoro. Su questo versante la nostra attenzione resta altissima considerato che con la crisi è riesploso il lavoro nero ed irregolare, alimentato dall’elusione del contratto edile, dall’abuso del falso lavoro autonomo e dei voucher per i quali bisogna rivedere in senso restrittivo i settori d’impiego escludendo il loro utilizzo da quello delle costruzioni.

Dove c’è mancanza di legalità, caporalato, lavoro nero, irregolare e insicuro, i rischi  per la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori aumentano in maniera esponenziale e incontrollata. La causa molto spesso di queste tragedie non è la fatalità ma il mancato rispetto delle più elementari norme sulla sicurezza.

Dall’inizio dell’anno ad oggi abbiamo avuto 39 morti in edilizia e di questi il 32% sono tra i 55 e i 64 anni e quasi l’11% tra i 65 e i 74 anni. Forse questi dati andrebbero letti non solo alla luce dell’aumento delle irregolarità ma anche considerando  l’età avanzata di molti operai costretti a lavorare su un’impalcatura o nelle cave alla soglia dei 70 anni. Non possiamo più permetterlo.

È necessario cambiare subito la legge Fornero perché si riconosca la diversa gravosità dei lavori e l’uscita anticipata senza penalizzazioni soprattutto per lavoratori come quelli delle costruzioni già penalizzati dalla ciclicità e dalla precarietà di un lavoro che non gli consente di maturare i contributi in maniera continuativa. Basti pensare che al raggiungimento dell’età pensionabile (67 anni e 10 mesi) un lavoratore edile ha circa 30 anni di contributi».

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