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Ventilazione meccanica controllata termodinamica contro l’inquinamento da gas Radon

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Studi condotti in questi anni hanno dimostrato che ventilare gli ambienti indoor aumentando il ricambio d’aria con l’esterno è uno dei principali interventi volti alla riduzione del radon in appartamenti e uffici. La tecnologia MyDatec risponde efficacemente a questo problema garantendo aria costantemente filtrata e pulita.
MyDatec | Illustrazione dei rischi causati dal radon.

Aumentare il ricambio dell’aria è la soluzione più efficace per contrastare l’accumulo di sostanze nocive negli ambienti confinati. La tecnologia MyDatec risponde efficacemente a questo problema garantendo aria costantemente filtrata e pulita.

Studi condotti in questi anni hanno dimostrato che ventilare gli ambienti indoor aumentando il ricambio d’aria con l’esterno è uno dei principali interventi volti alla riduzione del radon in appartamenti e uffici.

L’implementazione di un impianto attivo di ventilazione meccanica controllata termodinamica permette di controllare i volumi di aria scambiati con l’esterno garantendo una ventilazione forzata continuativa durante l’intera giornata, scongiurando la presenza di Cov (composti organici volatili) e la relativa concentrazione degli inquinanti negli ambienti.

Le soluzioni tecnologiche come quelle sviluppate da MyDatec forniscono una valida risposta a quest’esigenza.

L’installazione di filtri in grado di trattenere il particolato di diametro fino ai 2.5 micron in percentuali superiori al 90% fa sì che le soluzioni MyDatec ottemperino alla normativa Uni En 10339/1995 che stabilisce l’importanza di garantire adeguate condizioni termiche, igrometriche e di qualità dell’aria, assicurando un’immissione di aria esterna (valori minimi in funzione della destinazione d’uso dei locali), una filtrazione minima dell’aria e una movimentazione dell’aria con velocità entro determinati limiti.

La Ventilazione Meccanica Controllata a doppio flusso con pompa di calore sull’aria estratta sviluppata da MyDatec consiste in una rete indipendente di condotti che garantiscono: l’estrazione dell’aria da locali a forte carica di umidità e inquinanti e l’immissione di un flusso di aria prelevato dall’esterno.

La pompa di calore consente di recuperare il calore sensibile e latente dall’aria estratta riducendo le perdite di energia associate al rinnovamento dell’aria. Nel caso pratico, l’installazione di un impianto di questo tipo all’interno di un appartamento di 130 m2 è in grado di garantire un ricambio completo del volume di aria interno ogni 2 ore circa.

Francesco Bochicchio | Direttore Centro Nazionale Protezione Radiazioni Istituto Superiore di Sanità

«Gli edifici maggiormente a rischio sono quelli realizzati sui territori di origine vulcanica o che impiegano materiali da costruzione come tufo, pozzolane e graniti. In Italia infatti, le incidenze maggiori si registrano in alcune zone del Lazio e della Campania causate dall’impiego del tufo nelle realizzazioni edili, ma altrettanto esposte a questo tipo di inquinamento sono anche la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia e il Piemonte. Il radon è presente, sia pur in diverse quantità, in tutti gli edifici. In quasi tutte le regioni ci sono zone più o meno estese, in relazione alle caratteristiche dei suoli e degli edifici. Le variazioni di pressione e temperatura che si registrano normalmente tra i piani bassi e quelli alti di un edificio fanno sì che il gas tenda a salire, in particolar modo durante la stagione invernale con l’accensione del riscaldamento per la presenza di correnti ascensionali nelle canne fumarie».

Alessandro Miani | Presidente Società Italiana Medicina Ambientale

«Il radon è un gas radioattivo che si lega al particolato presente negli ambienti indoor e grazie a questo si deposita a livello dei bronchi, bronchioli e alveoli polmonari. Nel caso di esposizione al gas radon, il tumore al polmone ha un’incidenza in Italia del 10% di tutti i tumori polmonari, con circa 3200 casi all’anno. Trattandosi di un gas inerte, il radon non è di per sé nocivo per la salute, ma i rischi per l’uomo derivano dall’esposizione ai metalli prodotti dal suo decadimento, quali piombo, bismuto e polonio. Da un punto di vista scientifico non è nota al momento una concentrazione tale da poter essere definita innocua per la salute, ma la Raccomandazione dell’Unione Europea (Raccomandazione 90/143/Euratom) ha stabilito dei livelli di riferimento per abitazioni ed uffici che si attestano a 200 Bq/mc per le nuove costruzioni e 400 Bq/mc per quelle preesistentiIl superamento dei suddetti valori impone la tempestiva attuazione di provvedimenti volti a ridurne la concentrazione. I soggetti più a rischio sono le persone che trascorrono molte ore all’interno di ambienti chiusi o che svolgono attività lavorative in luoghi seminterrati e sotterranei. Nel contesto domestico, gli ambienti maggiormente esposti alle concentrazioni di gas radon sono la cucina e le taverne e tendenzialmente tutte le sale in cui si trascorre buona parte della giornata senza assicurarne una corretta ventilazione».

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