Rilanciare le politiche abitative: questo l’obiettivo dell’accordo stretto tra la Conferenza delle Regioni e Province autonome e Federcasa, l’associazione che rappresenta le 85 aziende che gestiscono l’Edilizia Residenziale Pubblica (Erp).
- Attivare una ricognizione del patrimonio abitativo a livello regionale per censire gli immobili destinati alle politiche pubbliche dell’abitare
- Individuare il fabbisogno abitativo delle famiglie italiane sulla base delle necessità emergenti di una parte di popolazione a rischio esclusione.
Mossi dall’esigenza di scambio reciproco di dati e informazioni qualificate, sia sulla normativa e i relativi necessari aggiornamenti sia sulla consistenza e lo stato di manutenzione degli immobili, la Conferenza delle Regioni e Province autonome e Federcasa, hanno sottoscritto un Accordo di collaborazione istituzionale per la condivisione delle strategie e delle proposte per lo sviluppo delle politiche abitative.
“Le Regioni, in quanto titolari delle competenze in materia di edilizia residenziale pubblica, sono chiamate a svolgere una funzione strategica, non solo in termini di programmazione e gestione, ma anche di innovazione”, afferma Massimiliano Fedriga, Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
“Occorre, infatti, promuovere la rigenerazione del patrimonio esistente, incentivare forme di abitare collaborativo e sostenere l’accesso alla casa anche per quelle fasce di popolazione che, pur non rientrando nei criteri tradizionali, vivono una condizione di instabilità abitativa. È necessario superare la logica dell’intervento frammentato e costruire una governance multilivello che valorizzi il ruolo delle autonomie locali, degli enti gestori e del partenariato sociale”.
L’intervento di Marco Scajola Coordinatore vicario della Commissione Infrastrutture, Mobilità e Governo del territorio della Conferenza
“La firma dell’accordo è il risultato di una sinergia nata da alcuni mesi con Federcasa. Come coordinatore della commissione competente in materia ho promosso e fortemente voluto la sottoscrizione di questo accordo che mira a costituire una regia comune per far fronte all’emergenza abitativa che sta colpendo il nostro Paese.
L’obiettivo è quello di rafforzare lo sviluppo del settore delle politiche abitative partendo da una forte condivisione di dati. Per farlo, come Conferenza, ci siamo impegnati a chiedere la riattivazione dell’Osservatorio della Condizione Abitativa presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e a promuovere il coordinamento con gli osservatori regionali e gli enti che gestiscono il patrimonio di edilizia residenziale.
In generale questo accordo sarà un importante atto di indirizzo per poter avere maggiori risorse per le politiche abitative e soprattutto per gestirle al meglio, cercando così di soddisfare il fabbisogno e le necessità dei tanti cittadini richiedenti.
Da tempo con Federcasa c’è una collaborazione proficua che con questo accordo sarà ancora implementata consentendoci di avere un quadro completo e aggiornato, a livello nazionale, dell’attuale situazione. Forti anche di questo documento, come Conferenza insieme alle altre istituzioni, continueremo l’interlocuzione con il ministero per ottenere il maggior numero di fondi possibili”.
L’intervento di Marco Buttieri, presidente Federcasa
“Ringrazio innanzitutto il Presidente Massimiliano Fedriga e l’Assessore regionale Marco Scajola, con il quale collaboriamo da tempo ormai su tutti i temi di interesse dell’edilizia residenziale pubblica.
La sottoscrizione dell’Accordo di oggi con la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome rappresenta un ulteriore tassello del percorso di coinvolgimento e collaborazione che Federcasa ha rafforzato in questo ultimo anno.
Accordi come questo costituiscono un pilastro fondamentale della nostra attività di evidenziazione delle priorità e criticità di un comparto così strategico, che impatta notevolmente dal punto di vista sociale, soprattutto nei riguardi delle fasce più deboli della popolazione.
La raccolta dei dati è l’aspetto principale che consente di assumere strategie e decisioni adeguate, soprattutto nell’interlocuzione con le istituzioni a tutti i livelli.
Partendo dall’Europa, con il nuovo Commissario europeo all’Housing, la presidenza della commissione speciale Hous, la presidenza di Housing Europe, che auspichiamo ci consentiranno di recuperare proprio dall’Europa le risorse necessarie per la valorizzazione del nostro patrimonio immobiliare pubblico, dovremmo concentrare particolarmente la nostra attenzione sul nuovo piano casa promosso a livello nazionale, sulla misura del Pnrr di efficientamento energetico M7-17 e su tutte le altre opportunità che dovessero rendersi disponibili. I dati raccolti saranno quindi fondamentali per essere efficaci in questa direzione”.
Politiche abitative: il disagio abitativo in Italia
Il disagio abitativo in Italia riguarda già oltre 1,5 milioni di famiglie, il 78% delle quali vivono in locazione. La situazione rischia di aggravarsi a causa di una marginalità sociale più estesa: la perdita di potere d’acquisto degli italiani (-8,7% dal 2016 al 2024) sommata alla crescente indisponibilità di offerta abitativa sul mercato, con conseguente aumento dei prezzi di affitto e mutuo (il canone di locazione medio è aumentato del +8,2% dal 2021 al 2024), finisce per far superare l’indice di sostenibilità convenzionalmente fissato al 30% del reddito familiare (il cosiddetto “Affordability index”).
Politiche abitative: chi rischia di più
Già nel 2021 i singles hanno superato le coppie con figli, che soltanto al Sud Italia costituiscono ancora la maggioranza dei nuclei familiari. La crescita della composizione mono-nucleo determina quindi un aumento del numero assoluto di famiglie che nelle previsioni Istat passano dai 25,3 milioni registrati nel 2021 ai 26,3 milioni previsti nel 2041, quando oltre il 60% delle persone sole sarà composta da over 65.
Di conseguenza, si stima l’aumento della domanda di abitazioni da parte di una popolazione sempre più anziana e con minore disponibilità economica connessa all’uscita dall’età lavorativa.
Rischiano di più le persone in affitto, più esposte alla condizione di disagio economico: il 21,6% di chi vive in locazione è povero contro il 4,7% di chi vive in case di proprietà.
Politiche abitative: il nodo dei finanziamenti
Il sistema dell’Erp, volto a coprire il fabbisogno dei gruppi sociali più vulnerabili, incontra difficoltà a rispondere a una domanda di alloggi così diversificata ed allargata.
Nelle more dell’approvazione del nuovo Piano Casa, sono necessarie maggiori risorse economiche per far fronte alla riqualificazione edilizia degli immobili Erp esistenti, con la conseguenza che l’8,6% degli alloggi Erp sono attualmente sfitti perché necessitano di manutenzione straordinaria.
Necessarie maggiori risorse anche per lo sviluppo dell’edilizia residenziale sociale (Ers), quella deputata a rispondere alla domanda abitativa di gruppi diversi da quelli in estrema fragilità socio-economica.
L’Accordo tra Regioni e Federcasa spinge anche a realizzare una programmazione mirata degli interventi attraverso il reperimento di risorse tra cui:
- un maggiore finanziamento statale
- fiscalità agevolata sugli alloggi Erp e Ers
- veicoli di finanziamento europei come i mutui Bei
- investimento di fondi immobiliari privati
Da edilizia popolare a edilizia sociale: la visione europea
Tra le novità che la nuova Commissione Ue ha promesso di implementare nel corso della legislatura c’è anche un piano per la casa, anzi, un Piano europeo per gli alloggi dignitosi, sostenibili ed economicamente accessibili.
La Commissione intende lavorare insieme alla Banca Europea per gli Investimenti, alla creazione di una “piattaforma d’investimento paneuropea per l’edilizia abitativa accessibile e sostenibile, al fine di attrarre maggiori investimenti privati e pubblici”.