Restauro conservativo

Riuso dei materiali esistenti

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Il fabbricato oggetto dell’intervento di restauro conservativo si trova nel centro di Faenza, nell’angolo tra Corso Mazzini e Vicolo Pasolini.

Materiali e impianti

Il progetto elaborato dall’arch. Tiziano Dalpozzo (Studio Firmitas, Faenza) ha considerato il riutilizzo dei materiali esistenti:
coppi di recupero per la risistemazione del coperto,
intonaci tradizionali per le facciate,
persiane e infissi in legno verniciato come le precedenti,
tinteggiature delle pareti esterne come le attuali,
grondaie e pluviali in rame, ciottoli nel cortile.

La logica di tutti i materiali adottati è stata quella di mantenere l’essenza mnemonica di tutto il fabbricato e delle sue singole parti distinguendo nettamente gli interventi di puro e “semplice” restauro (per esempio, la facciata su Corso Mazzini e su Vicolo Pasolini) dagli innesti di nuovi elementi.
Il coperto, rifatto interamente, ha all’esterno grondaie in rame e coppi di riutilizzo; all’interno è interamente in legno ma lamellare, verniciato di bianco per mettere in evidenza il nuovo intervento.
I parapetti preesistenti erano stati realizzati, nelle loro parti più prestigiose, con stampi di ghisa e decori dell’epoca. I nuovi parapetti, tutti, mettono in evidenza il loro nuovo disegno (con materiali e colori) pur tuttavia cercano con il loro disegno unico e la loro realizzazione artigiana, di mantenere la memoria degli impianti originali.

Alcuni elementi aggiunti (le palle di ottone) hanno il ruolo vero e proprio di citazioni dell’antico.
La realizzazione dei solai dei sottotetti, con putrelle in ferro verniciato e il solo assito in vista sia dal basso che dall’alto richiama la semplicità strutturale e materica primigenia della costruzione.
La verniciatura dei materiali segna il distacco dal passato e accentua la nuova realizzazione delle opere.
I pavimenti nuovi in legno e ceramica distaccano decisamente eventuali difficili ripristini col cotto o patetici materiali falsi che scimmiottano il preesistente accentuandone la povertà progettuale.
Anche le foto rappresentano bene, sia l’uso del legno nuovo a listelli che l’uso della ceramica l’aspetto decisamente nuovo e non compromissorio, del restauro.
Il fabbricato ha una pianta rettangolare, le finestre sono solo lungo i lati corti per questo i 2 bagni dei 2 appartamenti, al primo e al secondo piano, sono entrambi ciechi.
Per ovviare al problema dell’illuminazione naturale e avere ambienti igienici sono stati installati gli impianti solatube e di aspirazione forzata dell’aria, direttamente dal coperto. L’impianto di riscaldamento e raffrescamento è a pavimento e autonomo, in questo modo i due appartamenti sono indipendenti.
I locali di servizio nel sottotetto dell’appartamento del piano secondo sono illuminati naturalmente grazie all’installazione dei lucernai nella falda a sud.
Il frangisole esterno al vetro permette di proteggere il locale interno da un’eccessiva radiazione solare nel periodo estivo contribuendo a diminuire i costi per il condizionamento estivo e migliorando il comfort interno.
Approfondimenti e dettagli costruttivi sul tabloid Imprese Edili di Febbraio 2013
Luca Capitani

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