Consiglio nazionale architetti | Proposte

Riuso del patrimonio edilizio e una nuova legge urbanistica

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Gli architetti si aspettano una nuova politica urbanistica e la realizzazione di nuovi strumenti di controllo per la riqualificazione degli edifici come il libretto del fabbricato e norme meno vincolanti per il social housing.

Il Cna ha steso un nuovo programma da sottoporre alle future forze di Governo. Si tratta di strategie mirate al riuso del patrimonio edilizio (con incentivi fiscali e attenzione all’ambiente), ad ottenere una nuova legge urbanistica e il libretto del fabbricato, ma anche nuove norme sui lavori pubblici e il social housing. Cinque temi che il Cna ritiene debbano essere adottati con particolare urgenza.

Il riuso. Il riuso è il primo obiettivo per cui il Consiglio nazionale degli architetti si sta battendo da tempo. Infatti anche prima delle elezioni, nel dicembre scorso, ha presentato alla Camera e al Senato un disegno di legge sul territorio, integrando i temi del consumo di suolo, della perequazione, degli incentivi ai privati, dei diritti edificatori, della fiscalità urbana (Imu), del risparmio energetico. È il ddl 5658 (sostenuto da varie forze politiche) che considera le norme per il contenimento del consumo del suolo e la rigenerazione urbana. Un progetto, quello del riuso, che vede la collaborazione degli Architetti con Legambiente, e che spera di partire non da zero ma dalla proposta di legge interparlamentare già presentata.

Una nuova legge urbanistica.  In collaborazione con il Cresme, che ha esaminato diversi regolamenti edilizi in tutto il Paese, si vuole ottenere dal Parlamento la stesura di una nuova norma all’omogeneizzazione e non dell’omologazione. I tempi che vengono auspicati sono brevi, si parla infatti di sei mesi. La speranza è quella che vi sia la volontà di stendere un regolamento nazionale, che poi possa essere specifico da zona a zona.

Libretto del fabbricato. Gli architetti richiedono l’istituzione di un libretto per ogni immobile: una sorta di carta d’identità che consenta di certificare e controllare lo stato di salute degli edifici e disporre la programmazione della loro manutenzione più corretta.

Una legge per l’architettura. Primaria è per i professionisti anche la realizzazione di una legge per l’architettura che intervenga sulla legge che riguarda i lavori pubblici. Il Cna, che sta studiando varie soluzioni, sostiene che si tratta dell’unica via d’uscita, in un orizzonte temporale più ampio, per poter tornare a una legge simile alla prima Merloni, chiara e semplice, dove si premia il merito e non il fatturato. Una norma che premi i concorsi di architettura.

Pubblica amministrazione. Per quel che riguarda il rapporto con la pa gli architetti premono per continuare con la via già intrapresa della digitalizzazione e pensano a sanzioni per quei comuni che, a fronte di leggi esistenti, non hanno creato un database per archiviare e rendere disponibili disegni e pratiche edilizie.

Social housing. I professionisti credono si debba rimettere mano ai quartieri e alle periferie lavorando su alcune zone della città, anche forzando la mano sul ricorso allo strumento della demolizione e ricostruzione. Sono però necessarie però norme concrete che, per esempio, non obblighino al mantenimento della sagoma.
Alma Ceccarelli

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