Sercomated. L’intelligenza artificiale spinge l’edilizia nel futuro

Condividi
Dal design digitale alla robotica collaborativa, passando per i dati standardizzati e l’economia circolare: il comparto delle costruzioni si trova davanti a una trasformazione radicale. Ma senza una rivoluzione culturale, il rischio è di restare fermi al palo
Luca Berardo (foto Sercomated)

Non si tratta più di chiedersi se l’Intelligenza Artificiale avrà un impatto sul mondo dell’edilizia, ma di capire quanto velocemente questo cambiamento si affermerà. Sercomated, la società di Federcomated che riunisce produttori e distributori di materiali da costruzione, ha raccolto imprenditori, studiosi e start-up in un convegno dal titolo inequivocabile: “FaccIAmo presto”.

Giuseppe Freri (foto Sercomated)

Un invito all’intero comparto: cogliere adesso la spinta delle nuove tecnologie, prima che la distanza con altri settori diventi incolmabile.

«Dieci anni fa discutevamo della sopravvivenza delle piccole imprese di fronte ai colossi della distribuzione – ha ricordato il presidente Luca Berardo durante i suoi saluti istituzionali rivolti alla platea subito dopo quelli di Giuseppe Freri, presidente di Federcomated, – oggi la sfida è diversa, ma la chiave resta la stessa: saper usare al meglio gli strumenti che abbiamo».

Il potenziale dell’Ia: tra fascinazione e concretezza

Oggi l’IA non è più fantascienza né un concetto astratto: è già nei cantieri, negli uffici tecnici, nei software di progettazione e anche negli showroom. Il business futurist Alberto Mattiello lo ha definito un “genio sempre disponibile”, capace di svolgere compiti, accelerare procedure e suggerire alternative.

Alberto Mattiello (foto Sercomated)

«Negli ultimi tre anni sono nati oltre quarantamila strumenti basati sull’IA e presto supereranno quota centomila. Ognuno di essi è un’opportunità di miglioramento, ma serve imparare a cambiare velocemente».

Il messaggio è chiaro: la tecnologia non è il problema. A bloccare le aziende sono le abitudini consolidate e la mancanza di una cultura digitale diffusa.

Uno studio citato durante il convegno ha mostrato che quasi tutte le implementazioni aziendali di IA falliscono non per mancanza di strumenti, ma per assenza di visione e di formazione.

La filiera edile di fronte allo specchio

Il confronto tra imprenditori e operatori ha fatto emergere un dato: la distribuzione dei materiali da costruzione paga ancora un ritardo significativo rispetto ad altri comparti industriali.

Secondo Stefania Baruffato, direttore generale di Epiù, il primo passo è creare un linguaggio comune: «Oggi mancano codici unificati e dati puliti. L’IA senza dati corretti è inutile: non è una bacchetta magica, serve preparazione e condivisione».

Anche Ferdinando Napoli, alla guida di Edilportale, ha richiamato l’attenzione sulla qualità delle informazioni. Utilizzare dati disordinati significa esporsi al rischio di errori grossolani: «Solo uno standard condiviso può trasformare le promesse dell’IA in soluzioni affidabili».

Lorenzo Tedeschi, innovation ambassador di Daw Italia – Caparol, ha descritto l’intelligenza artificiale come un alleato strategico in due direzioni: da un lato semplifica il lavoro di tecnici e agenti, automatizzando relazioni, verbali e proposte commerciali con maggiore precisione e risparmio di tempo; dall’altro trasforma i dati raccolti in strumenti per analisi predittive, segmentazione di mercato, azioni mirate e formazione personalizzata della forza vendita. L’IA diventa così un partner capace di potenziare decisioni e generare nuovo valore per le imprese.

Da sinistra: Alberto Mattiello (in piedi), Adolfo Suarez, Lorenzo Tedeschi, Fedrinando Napoli, Stefania Baruffato (foto Sercomated)

Applicazioni concrete: dal cantiere allo showroom

Il convegno ha messo in luce casi che dimostrano come la rivoluzione sia già in atto.

Progettazione architettonica. Studi come Lombardini22 stanno sperimentando l’IA per supportare i processi creativi, dalla gestione di database complessi fino all’elaborazione di concept preliminari. «L’IA raccoglie e rielabora informazioni – ha spiegato l’architetto Adolfo Suarez – ma non può sostituire la responsabilità progettuale. Deve essere una base da cui partire, non un punto d’arrivo».

Maurizio Sciglio (foto Sercomated)

Interior design e retail. La start-up Roomr, rappresentata da Maurizio Sciglio, ceo e co-founder di Roomr, ha importato tecnologie grafiche nate nei videogiochi per realizzare rendering fotorealistici in tempo reale, combinandole con algoritmi predittivi che facilitano la scelta dei materiali e delle finiture.

Francesco Freri (foto Sercomated)

Sostenibilità ed economia circolare. Il presidente del Consorzio Rec, Francesco Freri, ha presentato una piattaforma che consente ai rivenditori di trasformarsi in centri di raccolta dei rifiuti da demolizione, monitorando flussi e impatti ambientali con il supporto dell’IA.

Camilla Colucci (foto Sercomated)

Un modello che riduce gli sprechi e crea nuove opportunità di business. «Il modello Rec genera un valore ambientale, sociale ed economico tangibile – ha sottolineato Camilla Colucci, co-founder e Ceo di Circularity –, riducendo i costi per le pubbliche amministrazioni, creando nuove opportunità di business e posizionando i distributori come facilitatori Esg e opinion leader per l’industria delle costruzioni in tutta Europa».

Il cantiere del futuro

Robot quadrupedi capaci di muoversi tra macerie, piattaforme digitali che verificano l’avanzamento dei lavori, algoritmi di “computer vision” per controllare la posa dei materiali. Quello che fino a ieri sembrava sperimentazione di laboratorio è già realtà nei cantieri più avanzati.

Pierpaolo Ruttico (foto Sercomated)

Il ricercatore Pierpaolo Ruttico ricercatore del Politecnico di Milano e fondatore di Index Lab, ha descritto il cantiere intelligente come un ambiente in cui l’uomo non viene sostituito, ma potenziato: «Le tecnologie intelligenti non rubano il mestiere, ampliano le competenze. L’innovazione è collaborativa: robot e persone lavorano insieme, riducendo errori e aumentando precisione».

Una scadenza già fissata: il passaporto digitale dei prodotti

Dal 2027, in tutta Europa, ogni materiale da costruzione dovrà avere un “passaporto digitale” con dati su origine, composizione, durabilità e riciclabilità. Si tratta di una vera rivoluzione normativa che renderà inevitabile la digitalizzazione delle informazioni di prodotto. «Chi standardizza i dati oggi sarà pronto domani – ha sottolineato Napoli –. Non è un adempimento burocratico, ma la condizione per sfruttare davvero l’IA in tutta la catena del valore».

Una trasformazione culturale prima ancora che tecnologica

Un concetto ha unito gli interventi: il cambiamento non riguarda solo gli strumenti, ma soprattutto il modo di pensare il lavoro. Senza competenze digitali diffuse, senza condivisione dei dati e senza apertura alla collaborazione, il rischio è di lasciare l’IA nel cassetto delle buone intenzioni.

«L’intelligenza artificiale che usiamo oggi è la peggiore che vedremo mai – ha sottolineato Mattiello – perché domani sarà già più potente. Il tempo stringe: il treno dell’innovazione è in corsa, e l’edilizia deve decidere se salirci o restare ferma in stazione».

Edicola web

Ti potrebbero interessare