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Servizi d’ingegneria: bandi dimezzati in un anno

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I dati negativi dei primi 3 mesi dell’anno riguardanti i bandi per i servizi d’ingegneria hanno trovato conferma anche nel secondo trimestre. Il dato “pesante” riguarda però gli importi: neppure 90 milioni di euro.

Dall’analisi semestrale delle gare per l’affidamento dei servizi d’ingegneria svolta dal Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri è emerso che gli importi dei bandi per servizi d’ingegneria sono dimezzati in un anno. Il monitoraggio fa riferimento al secondo trimestre dell’anno e il dato illustra una situazione inferiore a 90 milioni di euro.

In particolare, nel periodo compreso tra aprile e giugno 2013 sono stati pubblicati 846 bandi (contro i 974 dello stesso periodo del 2012), ma la negatività consiste negli importi, che non sono arrivati a raggiungere quota 90 milioni di euro.
Facendo un confronto con il secondo trimestre del 2012 il dato negativo è più che palese: allora si toccava quota 172 milioni di euro. Purtroppo le notizie negative riguardano anche altri dati: il più consistente crollo è stato rilevato tra i bandi per i soli servizi d’ingegneria senza esecuzione che sono le uniche gare che i liberi professionisti riescono ad aggiudicarsi.
34 milioni gli importi a base d’asta. Gli importi a base d’asta per questa tipologia di gara è di appena 34 milioni di euro a fronte dei 120 milioni del secondo trimestre dello scorso anno. Considerando inoltre che, per questa tipologia di bandi, i liberi professionisti, nelle diverse tipologie di associazione, sono riusciti ad aggiudicarsi solo il 5,4% degli importi (meno di 2 milioni di euro), come spiega il rapporto del centro studi Cni, c’è un forte rischio che tra 4 mesi l’anno in corso si rivelerà ufficialmente per la categoria professionale come il peggior anno da quando è cominciata la crisi.
Criticità. Un passaggio di criticità riguarda le carenze formali della documentazione di gara. Secondo lo studio Cni, infatti, il 60% dei bandi non dà alcun chiarimento sul criterio utilizzato per la determinazione dell’importo a base d’asta.
Sebbene siano tornate in essere le tariffe professionali, solo il 12% circa dei bandi fa riferimento ad esse e un ulteriore 6,9% segue i dettami del decreto 207/2010, mentre nel 9,2% vengono menzionati altri riferimenti normativi.

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