Cdp | Infrastrutture idriche

Cdp: “servizio idrico integrato, il momento giusto per gli investimenti”

Lo stato delle infrastrutture idriche richiede interventi importanti. I dati sono forniti dall’analisi prodotta da Cdp dal titolo “Servizio idrico integrato: il momento giusto per gli investimenti”. Crescono gli investimenti, ma la spesa per abitante resta bassa, 49 euro annui contro i 90 dei paesi europei. Grazie ai 3,5 miliardi messi a disposizione dal Pnrr e all’espansione della finanza sostenibile il settore vive un momento storico particolarmente favorevole.

Come cogliere le opportunità offerte al servizio idrico dall’espansione della finanza sostenibile e dalle risorse offerte dal Pnrr per superare così i fattori che da anni frenano la capacità di investimento dei gestori.

Questo il tema al centro del Brief degli analisti di Cdp dal titolo “Servizio idrico integrato: il momento giusto per gli investimenti”, che descrive il funzionamento del settore soffermandosi sugli ostacoli agli investimenti e sulle opportunità da cogliere per il suo pieno sviluppo in chiave industriale.

Cdp | Fasi del servizio idrico integrato.

Il servizio idrico integrato (Sii), cioè l’intera filiera di attività che vanno dal prelievo alla distribuzione fino alla depurazione dell’acqua, è un settore in trasformazione caratterizzato da un ingente fabbisogno di investimenti, che le prospettive di sviluppo della finanza sostenibile e le opportunità del Pnrr rendono oggi una criticità superabile.

Perdite degli impianti di distribuzione

Lo stato delle infrastrutture in Italia è particolarmente critico: le perdite degli impianti di distribuzione ammontano al 42% (in Francia al 20%, in Germania all’8%). Il 36% della rete idrica ha un’età compresa tra 31 e 50 anni, il 22% ha più di 50 anni (Cresme, ‘Rapporto Accadueo’, 2018). Persistono, poi, i ritardi nell’adeguamento dei sistemi di fognatura e depurazione che hanno portato il nostro Paese a essere soggetto a onerose procedure di infrazione europee.

Cdp | Investimenti del settore idrico.

Questa condizione è il risultato dei bassi livelli di investimento storici del settore che, nonostante una crescita degli ultimi anni, restano sottodimensionati rispetto ai fabbisogni: la spesa per investimenti nel settore idrico italiano è ben più bassa di quella registrata nella media dei Paesi europei (49 euro contro i 90 euro per abitante nel biennio 2020-2021 – Utilitatis, ‘Blue Book’, 2022) e tocca livelli particolarmente contenuti per le gestioni in economia, cioè quelle direttamente in capo agli enti locali. Tra il 2016 e il 2019, infatti il valore pro capite degli investimenti realizzati dalle gestioni in economia è stato pari a circa 8 euro l’anno, con importanti differenze territoriali.

Le criticità

Cdp | Gestori per tipologia.

Due le principali criticità che pesano sugli investimenti nel settore:

  • la polverizzazione dei gestori, con oltre 2.500 operatori,
  • un processo di riorganizzazione della governance ancora incompiuto.

Solo il 17% degli operatori è classificabile come ‘industriale’, il restante 83% è composto infatti da gestioni in economia.

La crescita degli investimenti registrata negli ultimi anni, soprattutto da parte degli operatori industriali, testimonia tuttavia un settore dinamico e con importanti potenzialità.

Inoltre, il servizio idrico vive un momento storico particolarmente favorevole per realizzare gli investimenti necessari e superare definitivamente gli ostacoli che ancora ne limitano le potenzialità.

Le opportunità

Due le principali opportunità:

  • usare efficacemente i 3,5 miliardi messi a disposizione dal Pnrr
  • intercettare l’espansione della finanza green, facendo leva sulla natura intrinsecamente sostenibile del settore, promuovendo una trasformazione dei modelli di business degli operatori.
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