Milano ha indossato per tre giorni i panni di capitale europea del dialogo tra industria e distribuzione dei materiali da costruzione. Dall’11 al 13 settembre, la città ha ospitato la 65ª edizione del Congresso Ufemat, appuntamento annuale che riunisce le federazioni nazionali del commercio edile provenienti da 19 Paesi dell’Unione europea e non solo.
L’evento si è articolato tra Palazzo Castiglioni e Palazzo Bovara, due luoghi simbolo della Milano associativa e imprenditoriale, trasformati per l’occasione in una piattaforma internazionale di confronto. Qui si sono incrociate le voci di distributori, produttori, esperti e rappresentanti istituzionali, con un obiettivo comune: disegnare il futuro di una filiera strategica per l’economia europea, alle prese con sfide decisive come la digitalizzazione, la transizione ecologica e l’evoluzione normativa.
Dalla frammentazione alla collaborazione
Ad aprire i lavori del Congresso, che ha avuto luogo venerdì 12 settembre, è stato Giuseppe Freri, presidente di Federcomated, che ha accolto i partecipanti sottolineando l’importanza di unire le forze in un settore che in Italia appare ancora molto frammentato.
La sua proposta – creare un tavolo europeo paritetico tra industria e distribuzione, sull’esempio di Sercomated, l’esperienza italiana nata nel 1986 – ha trovato ampio riscontro tra i delegati. «Un tavolo comune – ha spiegato Freri – significherebbe dare voce a tutta la filiera, anticipare l’applicazione delle nuove normative e creare un patrimonio condiviso di conoscenze e buone pratiche. È il momento di non ripetere gli errori del passato».

Ai saluti istituzionali hanno partecipato Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, che ha richiamato il valore dell’Europa come leva per affrontare le sfide globali, e Palle Thomsen, presidente di Ufemat, che ha rimarcato la necessità di alleggerire il peso burocratico sulle piccole e medie imprese, «spina dorsale del settore in tutto il continente».
Presente anche Marco Bestetti, in rappresentanza della Regione Lombardia, che ha sottolineato quanto la filiera delle costruzioni sia strategica per la Lombardia anche per il contributo che le imprese del settore offrono alla transizione e all’efficientamento. Giovani Deleo, presidente di Assimpredil Ance, ha sottolineato che tecnologie, digitalizzazione e materiali sono le principali sfide di innovazione per le piccole e medie imprese. «In un settore frammentato come il nostro – ha detto -, è fondamentale mettere sempre in primo piano semplicità, interoperabilità e affidabilità».
Nuove regole, nuove opportunità
Il congresso, moderato da Marnix Van Hoe, segretario generale di Ufemat, ha affrontato con attenzione le trasformazioni in arrivo dal fronte normativo. Al centro del dibattito, il nuovo Regolamento europeo sui prodotti da costruzione (Cpr 2024/3110), che entrerà in vigore nel 2026.

Marco Squinzi, ceo di Mapei, ha illustrato le principali novità: l’introduzione della Dichiarazione di Prestazione e Conformità (DoPC), l’obbligo di integrare indicatori di sostenibilità e il Passaporto Digitale del Prodotto (Dpp). Strumenti pensati per aumentare la trasparenza e garantire tracciabilità, ma che secondo Squinzi potrebbero generare confusione durante la lunga fase di coesistenza con l’attuale normativa.
«Il distributore è l’anello centrale tra produttore e cliente – ha sottolineato – e senza una cooperazione stretta il rischio è quello di un mercato poco chiaro, che penalizza tutti gli attori della filiera».
Digitalizzazione e intelligenza artificiale al servizio della filiera
Se il regolamento rappresenta la cornice, la tecnologia offre gli strumenti. Durante il congresso sono stati presentati esempi concreti di come digitalizzazione e intelligenza artificiale possano rivoluzionare il comparto.
Rien van de Bosch di Gs1 ha mostrato le potenzialità del Digital Product Passport, capace di raccogliere dati ambientali e prestazionali dei prodotti lungo tutto il ciclo di vita. Manuel Ritz, della svizzera Hgc, ha invece raccontato l’esperienza di piattaforme digitali e sistemi di gestione automatizzati già operativi sul mercato, in grado di semplificare i processi e migliorare la relazione con i clienti.

In qualità di presidente di Sercomated, Luca Berardo ha presentato la società di servizi di Federcomated che è un tavolo di confronto permanente tra produttori e distributori e che ha già messo in atto numerosi progetti culturali, anche digitali, per gli imprenditori della distribuzione del settore e per nuove figure professionali ad essi collegati.
L’anello verde: economia circolare e riuso dei materiali
Non solo digitale. Ampio spazio è stato dedicato alla sostenibilità ambientale, tema cruciale per un comparto responsabile di una quota rilevante delle emissioni e dei rifiuti in Europa.

Francesco Freri, presidente del Consorzio Rec, ha presentato i risultati ottenuti dal progetto di riuso dei materiali da costruzione. «Raccogliere, tracciare e trattare i rifiuti edili – ha spiegato – significa ridurre emissioni e costi di trasporto, creando un modello virtuoso che può essere replicato su scala europea».
Uno sguardo dall’alto: mercato e prospettive
Un’analisi economica a cura di Antonella Stemperini di Cresme ha offerto un quadro aggiornato sullo stato del settore delle costruzioni in Europa, evidenziando segnali di ripresa ma anche la necessità di investimenti per accompagnare la transizione ecologica e digitale.
Dal mondo associativo europeo sono arrivati contributi significativi, come quello di Lisa Marie Brehmer di Eurocommerce, che ha ribadito il peso strategico del commercio all’ingrosso, e la necessità di una rappresentanza forte presso le istituzioni comunitarie.
Dai palazzi milanesi alle aziende sul territorio
Il congresso non si è limitato ai tavoli di lavoro. I delegati hanno visitato lo stabilimento Mapei di Robbiano di Mediglia e un punto vendita 4Bild aderente al Consorzio Rec, toccando con mano esempi concreti di innovazione, digitalizzazione e sostenibilità applicata.
Milano lancia la sfida
La tre giorni milanese si è chiusa con un messaggio chiaro: la distribuzione edile europea non è un soggetto marginale, ma un ponte strategico tra industria, imprese e cittadini.
Dalla città simbolo dell’innovazione italiana parte l’appello a costruire un modello di collaborazione europea che consenta al settore di affrontare le grandi trasformazioni in corso. Perché, come ha ricordato Giuseppe Freri, «produzione e distribuzione non devono più correre su binari paralleli, ma insieme, verso l’obiettivo comune di un’Europa più competitiva, digitale e sostenibile».