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Valsir: a passi rapidi verso la decarbonizzazione

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In questa fase, Valsir è impegnata su due filoni principali: la certificazione della dichiarazione ambientale di prodotto, estesa a tutta la gamma produttiva, operazione indispensabile per cogliere l’impatto ecologico dei prodotti e per fornire indicazioni sia ai fornitori sia all’eco-design aziendale, e la certificazione della carbon footprint dell’intera organizzazione.

È un marchio storico, specializzato nell’impiantistica idrotermosanitaria. Fa parte del Gruppo Silmar, holding del settore idrotermosanitario con un miliardo e 200 milioni di euro di fatturato e oltre 3.500 dipendenti.

Ha il suo quartier generale nella Valsabbia bresciana e stabilimenti in Italia, Portogallo, Polonia, Russia, Romania, Ucraina, Francia, Australia e Sud Africa. È presente sui principali mercati internazionali, anche per la sua anima green.

Suoi sono infatti le cassette di risciacquo, che fanno risparmiare acqua, e il sistema di drenaggio sifonico Rainplus, che posizionato sui tetti degli edifici incanala le acque meteoriche permettendone il riutilizzo per l’irrigazione e l’antincendio, evitando di ricorrere alle stazioni di pompaggio.

Valsir vanta anche stabilimenti ad elevata sostenibilità, come il polo produttivo di Vobarno, uno dei primi fabbricati in classe energetica A d’Europa, e il polo logistico di Roè Volciano, recentemente acquistato e riqualificato.

Valsir | Lo stabilimento di Vobarno

A occuparsi delle politiche energetiche del gruppo è Andrea Sbicego, un ingegnere meccanico, laureatosi a Brescia, che da una decina di anni è l’Energy manager di Valsir e delle altre consociate: Marvon, Oli e Alba.

Andrea Sbicego, energy manager di Valsir

Per la sua esperienza è l’uomo tuttofare in campo energetico. E non solo: negli ultimi anni ha lavorato per l’ottenimento della certificazione ambientale di alcuni prodotti dell’azienda.

È suo il compito di gestire e monitorare, attraverso un sistema energy management, l’efficienza energetica di stabilimenti e uffici, di occuparsi della produzione di energia da fonti rinnovabili e da trigenerazione.

Fa anche parte del team che lavora alla redazione del bilancio di sostenibilità. Un’azienda, insomma, molto attenta agli aspetti energetici, che a breve certificherà la propria carbon footprint di organizzazione secondo la norma Uni En Iso 14064 attraverso il censimento delle emissioni, dirette e indirette, di CO2 in atmosfera.

Tutto questo per migliorare la consapevolezza del proprio impatto ambientale e tener così fede a un accordo che numerose aziende del bresciano hanno di recente sottoscritto. È il Patto per la sostenibilità di Brescia 2050 ed è rivolto alle imprese del territorio, alle istituzioni locali e ai cittadini dell’intera provincia bresciana.

Il Patto per Brescia 2050 si propone di fare ciò che manca alle aziende italiane:

  • quantificare le proprie emissioni di gas serra e di sostanze inquinanti;
  • definire interventi e strategie di lungo termine per la decarbonizzazione e l’azzeramento di emissioni, rifiuti e consumi di risorse naturali;
  • attuare gli interventi attraverso l’innovazione aziendale (efficientamento energetico, adozione di fonti rinnovabili di energia, logistica e mobilità sostenibili, riduzione degli scarti, dei rifiuti e delle risorse naturali e ogni azione utile all’eliminazione delle emissioni di CO2 e delle sostanze inquinanti);
  • neutralizzare entro il 2050 qualsiasi residua emissione tramite compensazioni aggiuntive, quantificabili, credibili, permanenti e socialmente responsabili.

Un impegno di un’intera classe industriale, al quale anche Valsir intende partecipare attivamente: a Brescia, infatti, ai primi di ottobre l’azienda bresciana ha presentato i dati relativi alla propria impronta carbonica e il piano strategico che la condurrà, nel 2050, alla carbon neutrality.

In questa fase, la società è impegnata su due filoni principali: la certificazione della dichiarazione ambientale di prodotto, estesa a tutta la gamma produttiva (operazione indispensabile per cogliere l’impatto ecologico dei prodotti e per fornire indicazioni sia ai fornitori sia all’eco-design aziendale) e la certificazione della carbon footprint dell’intera organizzazione.

L’attenzione di Valsir ai temi della sostenibilità si coglie anche da altri fatti: l’esistenza di un mobility manager, pur non essendo obbligata a farlo; la raccolta differenziata e il riutilizzo degli scarti di produzione che data da tantissimi anni; l’autoproduzione di energia da fotovoltaico grazie a un parco da 4,4 MWp di potenza installata e da trigenerazione, attraverso un impianto da 860 kWe.

E poi una forte attenzione al miglioramento dell’efficienza energetica e all’uso razionale delle risorse a livello di ogni singolo reparto: grazie all’installazione di una serie di presse elettriche ad alta efficienza, per esempio, ogni chilogrammo di materia prima lavorata da Valsir consuma il 17% in meno di energia elettrica rispetto al 2017.

Non poteva mancare infine nella strategia aziendale l’attenzione all’eco-design, con l’obiettivo di ridurre l’impronta ecologica dei prodotti.

Valsir | Il sistema Rainplus per il drenaggio sifonico delle acque piovane

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