Confcommercio. Una ripresa a due velocità

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«Il recupero registrato a gennaio dalla produzione industriale, che consolida l’esigua crescita registrata a dicembre, è una conferma della ripresa a due velocità. Le filiere che producono e distribuiscono per la domanda interna e il settore dei servizi presentano gravi criticità se non una condizione di completo stallo. Quelle vocate all’esportazione e ai settori meno colpiti dalla crisi sanitaria mostrano, invece, confortanti segnali di recupero. Testimonianza di questa problematica divaricazione sono alcuni comparti, come l’abbigliamento e le calzature, per i quali la domanda interna e la domanda estera collegata al consumo finale languono pericolosamente. Il prolungarsi della pandemia, e delle conseguenti restrizioni, rischia di peggiorare questa situazione trasmettendo impulsi negativi anche ad altri settori, rendendo particolarmente complicato l’innesco di una robusta fase di ripresa». Questo quanto dichiarato dall’Ufficio Studi di Confcommercio a commento della nota datata 31 Marzo diffusi dall’Istat in cui si legge:

A gennaio 2021 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale aumenti dell’1,0% rispetto a dicembre. Nella media del trimestre novembre-gennaio si registra, invece, una flessione dell’1,7% rispetto ai tre mesi precedenti. Produzione-industriale_gennaio2021

(fonte Istat)

L’indice destagionalizzato mensile mostra aumenti congiunturali sostenuti per i beni strumentali (+1,4%) e per quelli di consumo (+1,2%), più contenuto per i beni intermedi (+0,4%); viceversa, si osserva una diminuzione nel comparto dell’energia (-0,8%).

Corretto per gli effetti di calendario, a gennaio 2021 l’indice complessivo diminuisce in termini tendenziali del 2,4% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 19, contro 21 a gennaio 2020). Si registra un incremento tendenziale solo per i beni intermedi (+2,4%), mentre i restanti comparti mostrano flessioni, con un calo pronunciato per i beni di consumo (-8,6%) e meno marcato per gli altri aggregati (-1,8% per i beni strumentali e -0,9% per l’energia).

(fonte Istat)

I settori di attività economica che registrano i maggiori incrementi tendenziali sono la fabbricazione di apparecchiature elettriche (+9,7%), la fabbricazione di prodotti chimici (+4,4%) e di articoli in gomma e materie plastiche (+3,8%). Viceversa, le flessioni maggiori si registrano nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-20,8%), nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-18,4%) e nella fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati (-13,6%).

A commento di questi dati l’Istat dichiara: «A gennaio si osserva un incremento congiunturale della produzione industriale che consolida la lieve crescita del mese precedente. L’intonazione congiunturale positiva di gennaio è diffusa ai principali comparti, con l’esclusione dell’energia, ed è più accentuata per i beni strumentali. Nella media degli ultimi tre mesi, d’altra parte, la dinamica congiunturale complessiva rimane negativa. In termini tendenziali, la variazione dell’indice corretto per gli effetti di calendario resta negativa. A livello settoriale si conferma il maggior dinamismo dei beni intermedi, il solo comparto in crescita in termini sia congiunturali sia tendenziali».

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